tag:blogger.com,1999:blog-48334494865046607152024-03-04T22:28:35.917-08:00AOR WebSiteThe Home for all that's A.O.R., Hard Rock, Progressive Rock and Pomp Rock mainly.
If you want to submit your album for review on flashfw.it, rock-impressions.com and on my blog, please send an email to: aorwebsite @ email.it (remove spaces, please)Unknownnoreply@blogger.comBlogger150125tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-84319398275624400742014-05-23T09:20:00.001-07:002014-05-23T09:36:53.106-07:00OUTLOUD - Let's Get Serious (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiczGWBVNpTrCXB8N7qyahglIOeToB8axErkWP72HATAcAc3qy7B1rWwGdW9_y2oU_85IipgCOrOrFZ7193KJfRkZJISQYckD1JfTIIuhK0Ipq8T2f7rRKWZlYTgud2lB1AbjZFhvQso2g/s1600/OutloudLetsGetSerious.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiczGWBVNpTrCXB8N7qyahglIOeToB8axErkWP72HATAcAc3qy7B1rWwGdW9_y2oU_85IipgCOrOrFZ7193KJfRkZJISQYckD1JfTIIuhK0Ipq8T2f7rRKWZlYTgud2lB1AbjZFhvQso2g/s1600/OutloudLetsGetSerious.jpg" /></a><span style="color: blue;">OUTLOUD "Let's Get Serious" (AOR Heaven) voto: 70/100</span><br />
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Per Chi Ascolta: Heavy rock melodico, arena rock<br />
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Terzo album per la band greca che annovera due nuovi ingressi fra le proprie fila, ovvero Bob Katsionis (ch, tast - Firewind) ed il cantante americano Chandler Mogel, mostrando continui miglioramenti sia compositivi che di sound, toccando con "Get Serious" il loro momentaneo top artistico.<br />
"Death Rock" è un inizio anfetaminico, condotto dall'indomita sezione ritmica formata da Sverd (bs) e George Kollias (bt - Nile), su cui svetta la potente ugola di Mogel e le affilate chitarre di Katsionis e Jim Scordilis, un heavy rock dal refrain molto melodico, anche se personalmente avrei convogliato diversamente tutta la 'furia' che caratterizza la strofa, e le mie aspettative trovano riscontro nelle successive "I Was So Blind" (ascoltate le melodie iniziali ed il refrain e ditemi se non vi ricordano - in chiave hard rock ovviamente - alcune melodie di Gigi D'Alessio!!!) e "One More Time", con sonorità che mixano spunti heavy rock con altri più tipici dell'AOR.<br />
<a name='more'></a><br />
"Bury The Knife" e "Like A Dream" si focalizzano su un hard rock melodico più meditato e raffinato e qui si possono meglio godere le peculiarità degli ateniesi che si avvicinano in questi casi ai primi Bad Habit. Dopo tanta elettricità è il momento della canonica ballad che prende forma in "It Really Doesn't Matter", carino lento che purtroppo Mogel non interpreta con la dovuta duttilità. La sua voce, infatti, risulta più adatta ad arena rocker come le dinamiche "A While To Go" o "All In Vain", o il melodic rock pomposo di "Another Kind Of Angel".<br />
Dopo la strumentale titletrack, sfogo per i virtuosismi soprattutto dei chitarristi, arriviamo alla sferzante ed aggressiva "Toy Soldiers", sulla quale suona l'ospite Mike Orlando (ch - Adrenaline Mob), mentre le ultime note spettano alla rivisitazione dell'hit pop anni ottanta "Enola Gay", tutto sommato piuttosto divertente.<br />
Considerando l'album nel suo insieme, non mi ha convinto la scaletta che vede tre simil-power-metal songs all'inizio, per poi concentrarsi maggiormente su altre forme musicali a mio giudizio più congeniali alla band.<br />
Qualche buono spunto, segnali di vita e di miglioramento rispetto ai precedenti due albums, ma c'è ancora da lavorare per trovare una buona quadra della strada da percorrere.<br />
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ABe<br />
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Cosa Funziona: alcuni spunti melodici, un generale miglioramento della proposta musicale<br />
Cosa Manca: qualcuno che suggerisca una migliore gestione della tracklist e maggiore attenzione alla direzione da seguireUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-23445684260954510982014-05-23T08:31:00.005-07:002014-05-23T09:37:10.702-07:00DIESEL - Into The Fire (2014)<span style="color: blue;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDoBtx6zDmPQbQ549GiSRqlp4WizGlIZyAZSFGiui23cQo9-h_4XvHgwtURSa38izD90tOeoxJHB2i_cZ7JAv56pHh22OCIFE-32VB9GZDQQQIIzkF-1STFXYygJZm6DV_NqWgTMx_aTU/s1600/DieselIntoTheFire.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDoBtx6zDmPQbQ549GiSRqlp4WizGlIZyAZSFGiui23cQo9-h_4XvHgwtURSa38izD90tOeoxJHB2i_cZ7JAv56pHh22OCIFE-32VB9GZDQQQIIzkF-1STFXYygJZm6DV_NqWgTMx_aTU/s1600/DieselIntoTheFire.jpg" /></a>DIESEL "Into The Fire" (Escape Music) voto: 90/100</span><br />
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Per Chi Ascolta: Bad Company ed FM<br />
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Dietro questo monicker si presentano oggi il valente cantante Robert Hart (Bad Company, Manfred Mann's Earth Band) ed il chitarrista/tastierista Jim Kirkpatrick (FM), assecondati da Jimmy Copley (bt - Paul Rodgers e Manfred Man Earth Band) e Pat Davey (bs - Seven), con ospiti del calibro di Adam Wakeman (tast), Steve Overland (vc, ch e produttore), Alisdair McKenzie (fiati su "Brand New Day").<br />
Se pensate che una simile line-up possa offrire del succulento British rock, ebbene avete centrato pienamente il bersaglio e facendo vostro "Into The Fire" vi gusterete un brillante e divertente connubio fra FM e Bad Company (quelli dopo il primo split). Hart e Kirkpatrick si dimostrano in grande forma nelle loro rispettive interpretazioni, ed ispirati al momento della composizione delle dodici canzoni.<br />
<a name='more'></a><br />
"Love Under Cover" è un inizio di cd da urlo, con quel ritmo incalzante e continue dimostrazioni di classe impareggiabile, il tutto amalgamato con tanta melodia e tanto feeling che non finiscono di annoiare, insomma, una di quelle canzoni da portare con sè in vacanza, in auto, all'aperto, ovunque ci sia bisogno di energia e sprint. Non da meno si rileva il trittico "Into The Fire"/"Starting Over"/"Fortune Favours The Brave" che avrebbe meritato gli onori di migliori canzoni su "Aphrodisiac" degli FM, mentre la brillante e solare "Brand New Day" ci offre un ottimo tributo ai Bad Company ed al rock britannico in generale.<br />
La band non risparmia energie e continua a bombardarci di ottimi rockers come "Bitter And Twisted", ma tocca a "So What Is Love" ad aprire uno spiraglio più rilassato, richiamando a più riprese "Is This Love" dei Whitesnake come fosse una 'variazione sul tema'. Comunque bella e piacevole!<br />
La tracklist continua lungo questi sentieri sino alla fine con l'unica eccezione di "Skin And Bone", maggiormente accostabile ai Rainbow, garantendo qualità e solidità, tanta melodia abbinata ad una straordinaria energia.<br />
Non mancate a questo grande appuntamento se amate Bad Company ed FM!!!<br />
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ABe<br />
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Massima Allerta: non un cedimento, non uno sbadiglio<br />
Pelo Nell'Uovo: originalità (forzatamente) non ai massimi livelliUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-50870977008492034172014-05-23T07:31:00.002-07:002014-05-23T09:37:27.684-07:00MOTHER ROAD - Drive (2014)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: blue;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXvO6muCG6wF4ljlO8lJAxXFbcPr5N4ls2ol10_WcFrV4-TQsrFYAF9hS9F2HEV3KACc9o9Q9-1eQ_QqJTKpR_eh4Fw9c9YdczSC2rfIN22DOMiLm5y8Qx3NGfXfPVP-vxOcmhDnzAY6M/s1600/MotherRoadDrive.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXvO6muCG6wF4ljlO8lJAxXFbcPr5N4ls2ol10_WcFrV4-TQsrFYAF9hS9F2HEV3KACc9o9Q9-1eQ_QqJTKpR_eh4Fw9c9YdczSC2rfIN22DOMiLm5y8Qx3NGfXfPVP-vxOcmhDnzAY6M/s1600/MotherRoadDrive.jpg" /></a>MOTHER ROAD "Drive" (AOR
Heaven) voto: 85/100</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per Chi Ascolta: Hard Rock Blues anni
settanta, Bad Company, Whitesnake su tutti</div>
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<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
The Mother Road, un altro nome con cui
è conosciuta la celeberrima Route 66, è anche il nome scelto dal
chitarrista Chris Lyne (Soul Doctor) e dal cantante Keith Slack
(Steelhouse Lane e Michael Schenker Group) per identificare il
progetto nato nel 2011 e che si è completato con l'innesto del
tastierista Alessandro Del Vecchio, il batterista Zacky Tsoukas ed il
bassista Frank Binke. Le undici canzoni del debut-cd "Drive"
si abbeverano all'inconfondibile sound anni settanta, un hard rock
misto di blues, sudore e passione, Free e ZZ Top, The Black Crowes e
Led Zeppelin, Bad Company e King's X, il tutto realizzato da
musicisti impeccabili che non antepongono la fredda perfezione
esecutiva al caldo sangue che scorre nelle loro vene, e quanto si può
ascoltare è un trionfante tributo ad una lontana stagione musicale
irripetibile.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Seppur ogni canzone contenga passaggi,
riffs o melodie che in qualche modo richiamano a qualcosa di già
fatto, mi sento di affermare che il quintetto è riuscito ad evitare
di crogiolarsi in un puro esercizio nostalgico, riuscendo ad
infondere in ogni nota qualcosa della propria personalità e del
proprio passato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I primi secondi dell'opener "The
Sun Will Shine Again" sembrano voler indicare un percorso folk
(tipo Led Zeppelin III), ma presto l'atmosfera si scalda ed ecco
servito un bollente hard blues con un refrain da far invidia ai
Whitesnake di "Ready An' Willing". "Feather In Your
Hat" ha un piglio più funky e l'Hammond di Del Vecchio unisce
la chitarra senza freni di Lyne e la cangiante voce di Slack con
turgidi interventi. Il blues alla Free/Bad Company/The Black Crowes
prende il sopravvento nel tempo rallentato di "Drive Me Crazy"
(gran ritornello!!!) e nella appena più movimentata "Out Of My
Mind", goduria auricolare senza tempo!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"These Shoes" è una
semi-ballad che ricorda molto analoghi brani dei Whitesnake (ed anche
Slack in questo caso tende ad assumere vocalità fortemente
coverdaliani), mentre un sontuoso e solenne Del Vecchio domina la
prima parte di "Dangerous Highway", vibrante e deciso
rocker che profuma di Bad Company ad ogni nota, mentre "Poor Boy
(Long Way Out)" mi ha maggiormente ricordato i Moutain, mentre
"Blue Eye" racchiude fusi al proprio interno tante sonorità
anni '70, dal soul al rock-blues ed esce con grande freschezza dagli
speakers grazie anche ad un ritornello vincente ed avvincente.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Al termine sono collocate la maschia
"Still Rainin" e "On My Way", quest'ultima parte
come brano acustico per solo voce e chitarra, per esplodere in un
trionfo di elettricità chitarristica e tastieristica prima di
ripiegare sulle tenui sonorità iniziali e congedarci da un disco ben
fatto e che riesce ad evocare con successo un'epoca storica per la
musica e l'umanità.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://www.facebook.com/themotherroad" target="_blank">https://www.facebook.com/themotherroad</a></div>
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<a href="http://www.motherroad-band.com/" target="_blank">http://www.motherroad-band.com/</a></div>
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<br />
ABe<br />
<br /></div>
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Cosa funziona: l'insieme della band, il
songwriting grintoso e caldo</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cosa manca: un pò di originalità, ma
è inevitabile</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-8703382175488321952014-04-28T08:24:00.002-07:002014-04-28T08:24:34.655-07:00BALTIMOORE - Back For More (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0-_QXDfF3WxiRrBQ513Ic2iWVF7p3k4dtqoVYQphvAWiVmremx5nlY_bfM99x0d_Nl9p-1d4IXTbc2yvLZSc2zBk3tZRnJSwfX3ncKoCFmpotEO8tEFKitl3M5rtjXKfgNN301gnrZqU/s1600/BaltimooreBackForMore.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0-_QXDfF3WxiRrBQ513Ic2iWVF7p3k4dtqoVYQphvAWiVmremx5nlY_bfM99x0d_Nl9p-1d4IXTbc2yvLZSc2zBk3tZRnJSwfX3ncKoCFmpotEO8tEFKitl3M5rtjXKfgNN301gnrZqU/s1600/BaltimooreBackForMore.jpg" /></a><span style="color: blue;">BALTIMOORE "Back For More" (BLP Music) voto: 85/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Hard Rock<br /><br />Con una ultraventennale e travagliata storia alle spalle, Björn Lodin e la sua principale creatura Balimoore tagliano il traguardo del dodicesimo album, un percorso che il cantante/compositore svedese ha intrapreso dopo aver lasciato i Six Feet Under, cambiando di frequente sia i compagni di viaggio che la propria collocazione, con diverse interruzioni per provare nuove 'case' come successo con Vision (insieme a Lars Eric Mattson), H.A.R.D. e Balls, ad esempio.<br />Le dieci nuove e ruspanti canzoni vedono Björn Lodin insieme a Mats Attaque (ch), Klas Anderhell (bt), Örjan Fernkvist (tast) e Weine Johansson (bs), un quintetto che propone un hard rock dei tempi migliori, ma senza alcun intento nostalgico, grazie ad una apprezzabile freschezza compositiva ed esecutiva, e l'aggressiva opener "Cry Out For Innocence" ne è felice testimonial con quella potenza sparata senza pudore dagli speakers, ma un'anima che odora di MSG ed Uriah Heep. "Don't Say No" è più accattivante ed orecchiabile, con un Attaque che conferma anche in questo brano le proprie doti di virtuoso e di gran macinatore di riffs, capacità che rendono godibilissimo il tempo medio "Until The End Of The Line" che richiama l'attitudine degli Europe di "Wings Of Tomorrow".<br />
<a name='more'></a><br />Dando per vero quanto riportato sul promo-sheet che alcuni brani erano stati composti per gli H.A.R.D., sono portato a pensare che "Are You Onto Me" sia uno di questi. Si tratta di un episodio meno immediato degli altri, ma non inferiore quanto ad aggressività, temperamento e ruvidità. "Break Into Something New" e "Means To An End" cambiano registro che diventa più orecchiabile e ruffiano, sorta di mix fra REO Speedwagon, UFO e Bonfire, buon diversivo alla matrice sinora elaborata da Lodin, e la stessa sorte tocca alla distensiva "Sunshine In The Rain" che recupera alcuni temi AOR dei primi albums dei Baltimoore.<br />"Gun Of Doom" si basa su un riff ipnotico e ripetitivo sul quale la band costruisce delle interessanti variazioni armoniche e melodiche, sfociando in un refrain davvero piacevole ed indovinato. Il tempo rallentato di "Say It Like It Is" consente a Lodin e Attaque di proporre una sorta di 'botta e risposta' fra voce e chitarra su trame sonore che richiamano in qualche maniera i Bad Company. La titletrack chiude l'album col riff principale ispirato ad un tradizionale motivo folk svedeso, reso in chiave hard rock contemporaneo.<br />Una prova solida, ruvida quando serve e melodica all'occorrenza, con tanti spunti di interesse anche per chi richiede un guitar-playing di livello e sufficientemente fantasioso. Non conformandosi troppo ai trend di maggior rilievo di ieri e di oggi, "Back For More" (il cd) potrà non soddisfare alcuni fans, ma chi vuole quel qualcosa di diverso troverà gustoso pane per i propri denti.<br /><br /><a href="http://www.baltimoore.net/" target="_blank">http://www.baltimoore.net/</a><br /><a href="http://www.facebook.com/Baltimoore.official" target="_blank">http://www.facebook.com/Baltimoore.official</a><br /><br />ABe<br />
<br />Massima Allerta: quasi tutto il cd<br />Pelo Nell'Uovo: non è un capolavoro, ma quanta classe e bravura in queste dieci canzoni!!!Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-4678616530134769162014-04-23T01:17:00.002-07:002014-04-23T01:17:34.667-07:00SUNSTRIKE - Rock Your World (2014)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTbNo18SwyvGn01BjuMCYb-imGqt18kXE-LdsJX8F-aQKGBxE3JU8gVs05S4-rllIpgnGRe5tIezAVcWUGzM1JhFo-5aeyDkE-dnFPnKan-M8s1qqKhx2fvx5OtJERl6QjOV86_UXvpjY/s1600/SunStrikeRockYourWorld.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTbNo18SwyvGn01BjuMCYb-imGqt18kXE-LdsJX8F-aQKGBxE3JU8gVs05S4-rllIpgnGRe5tIezAVcWUGzM1JhFo-5aeyDkE-dnFPnKan-M8s1qqKhx2fvx5OtJERl6QjOV86_UXvpjY/s1600/SunStrikeRockYourWorld.jpg" /></a></div>
<span style="color: blue;">SUNSTRIKE "Rock Your World" (AOR Heaven) voto: 80/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Scandi-AOR, Europe, TNT, Treat, Bad Habit, Dreamtide, Eclipse<br /><br />Ancora rock melodico di qualità dalla Svezia col debut album dei SunStrike, band formata sul finire del 2012 dal chitarrista Joachim Nordlund e dal batterista Johan Lindstedt degli Astral Doors, inizialmente raggiunti dal cantante Christian Hedgren (Twilight Force), ma presto completati dal tastierista Fredrik Plahn (Prey), dal secondo chitarrista Mats Gesar (Thalamus) e dal bassista Björn Lundqvist (Twilight Force). Qualche demo pubblicato sulla loro pagina Facebook suscitò l'attenzione di radio e di labels, in un susseguirsi che ha portato la band oggi a pubblicare il proprio lavoro d'esordio, una dozzina di brani carichi di energia, melodia e positività, un arrembante e roboante mix di sonorità che salverebbero dal suicidio anche la persona più disperata.<br />I ragazzi elaborano alla luce del tipico Scandi-AOR un ampio repertorio di influenze che vanno dai Bon Jovi ("Power Of Dreams") ai primi Europe (la titletrack in particolare), dai Treat (l'anthemica "Fireball") ai Bad Habit ("Right Track", "Never Let You Go"). Non mancano riferimenti ai TNT o ad altri illustri esponenti della scena melodic hard rock europea (chi ha detto Dreamtide?), ma tutto è ben amalgamato e reso con una propria freschezza che non infastidisce grazie anche al buonissimo lavoro di Erik Mårtensson (Eclipse, W.E.T) in fase di mixing e mastering.<br />
<a name='more'></a><br />"Higher" è l'unico momento di "RYW" che la band si ritaglia per una sorta di power-ballad, con un superbo lavoro di Hedgren alla voce, vera sorpresa e reale dominatore del disco insieme alle importanti tastiere di Plahn che colorano con varie sfumature e trame tutte le tracce del cd.<br />Grandi chitarre, sezione ritmica incalzante ed importante, melodie elargite senza risparmiare energia e sudore, ecco cosa ci offrono i SunStrike, cui imputo come 'peccato' quello di avere impostato un songwriting un pò troppo unidirezionale, ma spero che il sestetto avrà tempo, voglia e possibilità di fare tesoro delle proprie esperienze e pubblicare presto una raccolta di canzoni ancor migliori e più complete. Per ora, come leggete dal voto, va bene anche così!<br /><br /><a href="https://www.facebook.com/sunstrikeband" target="_blank">https://www.facebook.com/sunstrikeband</a><br /><br />ABe<br /><br />Massima Allerta: lo spirito positivo delle canzoni<br />Pelo Nell'Uovo: un'eccessiva unidirezionalità del songwriting<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-705525475946769002014-04-23T00:41:00.001-07:002014-04-23T00:41:41.744-07:00ALIEN - Eternity (2014)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigjkXAJuzLa7PbZ_RBcA91gNGFAWhWKCXWaU0K10P88-opry15ZO3J8QW9VOL8eIQhsWJejgSRvWLSyJhyphenhyphenAzvglnvuj_MZN6Jq80mvZ47n0ooVgB0I6ZbBwXD7GHhppPImwLAT_Z1Az-8/s1600/AlienEternity.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigjkXAJuzLa7PbZ_RBcA91gNGFAWhWKCXWaU0K10P88-opry15ZO3J8QW9VOL8eIQhsWJejgSRvWLSyJhyphenhyphenAzvglnvuj_MZN6Jq80mvZ47n0ooVgB0I6ZbBwXD7GHhppPImwLAT_Z1Az-8/s1600/AlienEternity.jpg" /></a></div>
<span style="color: blue;">ALIEN "Eternity" (AOR Heaven) voto: 85/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Alien, Journey, Toto, AOR<br /><br />La band svedese da culto Alien pubblica il loro primo full-lenght album da quando la classica line-up si è riunita, dopo la parentesi del 2005 quando su "Dark Eyes" figuravano i soli Tony Borg (ch) e Jim Jidhed (vc) insieme ad altri nuovi membri. Nel 2010 Tony e Jim hanno unito nuovamente le loro forze, ma questa volta insieme agli originali muisicisti Ken Sandin (bs), Jimmy Wandroph (tast) e Toby Tarrach (bt). Il frutto di tale rinascita è semplicemente stupendo, il miglior disco degli Alien da quello omonimo di debutto del 1989 dal quale ne resta al di sotto giusto per un pelo. Come sul citato album, anche in "Eternity" la band si avvale dell'aiuto di Pam Barlow e Janet Minto per la redazione di alcuni testi.<br />Giusto la voce di Jidhed (più roca e più controllata) ed il suono moderno sono i veri punti di differenziazione da "Alien", col quale le dodici nuove canzoni condividono il gusto per belle melodie, fragranti armonie vocali, la proposizione di splendide arie AOR anni ottanta.<br />
<a name='more'></a><br />Sin dall'opener "In Love We Trust" si respirano rinfrancanti sonorità che nulla aggiungono a quanto già scritto nel prezioso libro dell'AOR/Melodic Hard Rock, ma che classe e potenza espressiva, con quegli echi di Toto e Journey filtrati attraverso la grande personalità del quintetto svedese che faranno la gioia degli amanti del genere! "Unbroken" è più secca e dura, sottolineata da un ritmo più veloce ed un Hammond bello pieno, ma il refrain è puro miele alla Bryan Adams del suo periodo migliore, mentre "Love Will Lead Me Home" (simile per ritmo ed intensità) mi ha ricordato la fierezza dei Magnum con una citazione neanche tanto nascosta di "(I Just) Died In Your Arms Tonight" dei Cutting Crew nel ritornello.<br />"I Believe" è un'emozionante e toccante power-ballad fra Bon Jovi ed il primo Jimi Jamison (Survivor) solista, un brano di spessore la cui intensità contrasta con la mediocrità di "Summer Of Love", rock-tune piuttosto anomimo e poco ispirato, salvato dagli assoli di Borg, ma vi è davvero poco di più. Molto meglio "What Goes Up", dal groove quasi funky e dal feeling fra i Toto (era Joseph Williams) e Billy Squier, e "I'm A Fighter", tempo medio orecchiabile e piacevole con belle melodie vocali, ma è con "Wildheart" e "Liar Liar" che Borg prende decisamente in mano la guida delle canzoni e le porta su binari più elettrici e duri, lasciando giusto spazio nel ritornello a linee vocali più catchy, in particolare nella seconda che risulta adattissima ad un prolungato sing-along a squarciagola.<br />I Journey di "Raised On Radio" si materializzano nell'ariosa e ultra-melodica "Look At Us Know", mentre la pulsante "Burning Heart" suona come una versione 'alienizzata' degli ultimi Rainbow, quelli più americanizzati, con le ultime note affidate all'intimo lento "In Truth", concentrato di emozioni e malinconiche suggestioni magistralmente interpretate da un Jidhed in gran forma.<br />A parte qualche piccola incertezza, "Eternity" è un disco che perpetua con dignità e maestosità la storia di una band che giusto 25 anni fa conobbe il picco della popolarità. Non è facile dopo tanto tempo presentarsi con materiale all'altezza di tanto passato, ma gli Alien ce l'hanno fatta ed oggi godiamoci questi saporiti frutti!<br /><br /><a href="http://www.alientheband.com/" target="_blank">http://www.alientheband.com/</a><br /><a href="https://www.facebook.com/alientheband" target="_blank">https://www.facebook.com/alientheband</a><br /><a href="http://www.aorheaven.com/" target="_blank">http://www.aorheaven.com/</a><br /><br />ABe<br /><br />Massima Allerta: Love Will Lead Me Home, In Love We Trust, Unbroken, In Truth<br />Pelo Nell'Uovo: una mediocre Summer Of Love (non avremmo sofferto la sua esclusione dal cd) e qualche 'citazione' di troppo, ma giusto per trovare questo famoso ago nel pagliaio<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-1325290946394226282014-04-10T08:38:00.003-07:002014-04-10T08:38:48.867-07:00WISHBONE ASH - Blue Horizon (2014)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs73QLWTBpHarbp2_HJvFHIZJmJdM-oAxEMgwhzgrzjEkcyFh7befhNOwt7_BTTnGaEAyP-SzFDi5CwdiYqLOLqdTOIsRZP5uzBrOlJqRh4vsMRp9eCgHoDNHjT7BJ9E6RfWoHUiLXXSo/s1600/WishboneAshBlueHorizonFront.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs73QLWTBpHarbp2_HJvFHIZJmJdM-oAxEMgwhzgrzjEkcyFh7befhNOwt7_BTTnGaEAyP-SzFDi5CwdiYqLOLqdTOIsRZP5uzBrOlJqRh4vsMRp9eCgHoDNHjT7BJ9E6RfWoHUiLXXSo/s1600/WishboneAshBlueHorizonFront.jpg" /></a><span style="color: blue;">WISHBONE ASH "Blue Horizon"
(Solid Rock House Records) voto: 70/100</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
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</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per Chi Ascolta: Classic Rock</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Formatisi oltre quarant'anni fa, i
britannici Wishbone Ash rappresentano una solida realtà della scena
rock internazionale, pur se sono incorsi inevitabilmente in alti e
bassi, temporanee 'pause di riflessione' e seguenti riprese del
cammino, e una delle prime bands ad aver adottato il sistema delle
'twin-lead-guitars'.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Andy Powell (vc, ch), ormai l'unico
membro originario rimasto nei Wishbone Ash, è accompagnato da Muddy
Manninen (ch - Havana Blacks, Gringos Locos), Bob Skeat (bs) ed il
più giovane Joe Crabtree (bt - Pendragon) al terzo lavoro d'insieme,
un quartetto che garantisce professionalità e solidità, con
sonorità catalogabili nel Classic Rock e sintesi di diverse
influenze che spaziano dall'hard rock al prog rock, dalla fusion al
folk.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le dieci canzoni sono godibilissime e
ricche di spunti di interesse, di un qualcosa che colpisce
l'orecchio, anche se funziona benissimo come compagnia di sottofondo
durante le attività quotidiane, a partire dall'iniziale e classica
"Take It Back", passando per i divertenti rock-blues "Deep
Blues" e "Mary Jane" con dei begli assoli di chitarra
anche in versione twin-leads, le più elaborate "Strange How
Things Come Back Around", "Being One" e "American
Century" maggiormente vicine al progressive rock.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Way Down South" è un
semplice ed orecchiabile melodic rock tune, impreziosita da un
bellissimo assolo di Powell che domina e regala emozioni nella lunga
coda finale; "Blue Horizon" è una lunga ballad in pieno
stile dei Wishbone Ash con alcune remote assonanze coi Pink Floyd,
mentre spetta alla conclusiva "All There Is To Say" portare
alla luce anche quelle influenze folk caratteristiche di diverse fasi
della carriera dei Wishbone Ash.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un disco maturo, splendidamente
eseguito ed interpretato, chitarre che hanno tanto da insegnare agli
sfrenati shredders ossessionati dalla sola tecnica, questi i dati più
importanti tramandati da "Blue Horizon", ennesima
testimonianza di una band dura a morire e che percorre serenamente il
proprio viale del tramonto con tanta dignità.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.wishboneash.com/" target="_blank">http://www.wishboneash.com/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://www.facebook.com/wishbone.ash.official" target="_blank">https://www.facebook.com/wishbone.ash.official</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ABe</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cosa Funziona: il cuore, la testa, la
passione</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cosa Manca: Andy è un vocalist
adattatosi al ruolo e ciò si sente, un paio di brani più
significativi capaci di spingere l'intero lavoro</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-38306294016087947282014-04-10T03:04:00.000-07:002014-04-10T03:04:01.739-07:00GOTTHARD - Bang (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpvzbqjW-FeYdI_Z_NHtr_rJRclKJO5mG2LMY6nED0GPEFd6wkUrP1yrmMHYhVmWF6FNe5nrBWJ-vSY_HocYGniSMQAYYILouZEgf1d6iBlTlyhJOo8JwjEX40fkdhQHQvTCVaKUTMmUA/s1600/Gotthard-Bang.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpvzbqjW-FeYdI_Z_NHtr_rJRclKJO5mG2LMY6nED0GPEFd6wkUrP1yrmMHYhVmWF6FNe5nrBWJ-vSY_HocYGniSMQAYYILouZEgf1d6iBlTlyhJOo8JwjEX40fkdhQHQvTCVaKUTMmUA/s1600/Gotthard-Bang.jpg" /></a><span style="color: blue;">GOTTHARD "Bang!" (G Records) voto: 75/100</span><br />
<br />Per Chi Ascolta: Hard Rock melodico, Gotthard<br /><br />Secondo album per i Gotthard 2.0 chiamati a confermare la buona ripartenza con "Firebirth" (2012) dopo la tragica scomparsa del leader Steve Lee.<br />Il mio approccio a questo disco è stato il più possibile libero da condizionamenti di come è stata la band col compianto cantante, vera forza motrice la cui assenza è difficile da colmare pienamente e probabilmente avrebbero fatto meglio i Gotthard a voltare pagina ricominciando con un altro nome. Ma si sa, dopo tanta fatica a costruirsene uno riconosciuto nel mondo, non è facile rinunciare a tutto ciò ed è sicuramente meno complicato provare a capitalizzare il massimo.<br />Nel suo complesso "Bang!" non mi è dispiaciuto e dimostra come l'attitudine a comporre brani accattivanti e forti riffs di chitarra sia ancora piuttosto presente nel DNA della band che, tuttavia, prova a ricostruirsi una propria nuova dimensione che sicuramente a diversi fans più ortodossi risulterà poco digestibile.<br />
<a name='more'></a><br />Abbastanza bene l'opener "Bang", hard rock bluesato che mi ha ricordato i primi passi dei Deep Purple Mark II, ed anche non male "Get Up And Move On", tirato rocker che difetta un pò di personalità. Molto meglio "Feel What I Feel", scelto anche quale primo singolo e video, malinconico rocker che punta ad un'ampia platea senza rinunciare alla propria identità da rocker e con un buon refrain di grande presa.<br />"C'est La Vie" è un lento studiato per esaltare le melodie vocali ed i ricercati arrangiamenti di violini e fisarmonica, cui sembra mancare qualcosa per proiettarsi su elevati livelli. L'atmosfera torna ad infuocarsi con "Jump The Gun", più concentrata sul groove e sui riffs che sul ritornello ad effetto, e con "Spread Your Wings" che torna ad abbeverarsi all'hard rock inglese anni settanta modello Deep Purple/Uriah Heep e ammetto che questa inclinazione non mi dispiace affatto, in particolare se vi aggiungo l'intrigante porzione strumentale. La cadenzata "I Won't Look Down" è l'ennesima reinterpretazione di "Kashmir" dei Led Zeppelin, esercitazione riuscita, ma vorrei comunque qualcosa di più che viene dato dalla grintosa "My Belief" e in parte dal delicato duetto eseguito in "Maybe" fra Nic Maeder e la cantante americana Melody Tibbets, brano sin troppo smielato per i suoi pimi tre quarti, ma che potrebbe giocare un suo ruolo nell'ottenere airplay oltreoceano.<br />A dispetto dei riferimenti ai Foreigner in chiave hard rock, "Red On A Sleeve" è poco convincente e non sarebbe stato un peccato lasciarla fuori dalla tracklist al pari della scialba "Mr Ticket Man", mentre "What You Get" ha una sua buona ragione di esservi con quelle linee vocali e strumentali drammatiche.<br />I dieci minuti della conclusiva "Thank You" con tanto di epico arrangiamento sinfonico sono stati ispirati a Leo Leoni dalla scomparsa della madre, e Leo ne ha voluto fare anche un omaggio a tutte le madri del mondo. Seppur nata come una tipica ballad, la canzone si è arricchita strada facendo di idee, arrangiamenti e parti, diventando uno dei brani più completi ed emotivamente intensi della discografia dei Gotthard.<br />Con qualche canzone in meno saremmo qua a parlare di un buonissimo disco, magari ancora non all'altezza delle migliori prove offerte in passato dalla band svizzera, ma anche così mi sento di promuovere gli sforzi del quintetto elvetico.<br /><br /><a href="http://www.gotthard.com/" target="_blank">http://www.gotthard.com/</a><br /><br />ABe<br />
<br />Massima Allerta: Thank You, Spread Your Wings, Feel What I Feel sono fra i migliori brani del cd<br />Pelo Nell'Uovo: giusto cercare di sperimentare qualcosa di diverso, ma una cura dimagrante eliminando (ad esempio) Red On A Sleeve e Mr Ticket Man avrebbe giovato al giudizio complessivo sull'albumUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-75302922011021106192014-04-10T01:06:00.003-07:002014-04-10T03:07:51.670-07:00GAMMA RAY - Empire Of The Undead (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggzaddfN6uXsI8XkqB2CXvmxU6Ku5yNRotR68CHDEsYH_11A2cJgFU_v7KFK4BqAn8qdPFylutmU9crTHW_9uejURjC8RzjPLkVv3ZvnDV6XIJWtbO8PxfnWCmuJEU3G2qO9wE1jNtO48/s1600/Gamma-Ray-Empire-of-the-Undead.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggzaddfN6uXsI8XkqB2CXvmxU6Ku5yNRotR68CHDEsYH_11A2cJgFU_v7KFK4BqAn8qdPFylutmU9crTHW_9uejURjC8RzjPLkVv3ZvnDV6XIJWtbO8PxfnWCmuJEU3G2qO9wE1jNtO48/s1600/Gamma-Ray-Empire-of-the-Undead.jpg" height="200" width="200" /></a><span style="color: blue;">GAMMA RAY "Empire Of The Undead" (earMusic/Edel) voto: 70/100</span><br />
<br />
Per Chi Ascolta: Power Metal, Iron Maiden, Gamma Ray<br />
<br />
Lo spazio fra "To The Metal" di quattro anni fa ed il presente "Empire Of The Undead" è stato parzialmente colmato da due EP ed un buon live album, così l'attesa un nuovo full-lenght-cd fra i fans della power band tedesca era molto alta e non so quanto i dieci brani proposti sapranno soddisfare le loro aspettative, e non penso che i Gamma Ray siano rimasti più di tanto influenzati dall'abbandono dello storico drummer Dan Zimmermann (rimpiazzato da Michael Ehré) e neppure dall'incendio che lo scorso novembre ha distrutto gli Hammer Studios di Kai Hansen ad Amburgo, lasciando intatte le prime registrazioni del nuovo album che sono state quindi completate in altri studi.<br />
Di certo la band riesce a sollevarsi qualitativamente dalle ultime e deludenti prove in studio (ep esclusi), compositivamente assimililabili a poco riuscite copie in carta carbone del repertorio già noto ai fans, ma non tutto in questo "EOFU" brilla come potrebbe.<br />
<a name='more'></a><br />
I nove minuti dell'epica "Avalon" aprono la tracklist rievocando in chiave power-metal alcuni schemi compositivi degli Iron Maiden con quella partenza cadenzata e solenne corredata da imponenti tastiere, per progressivamente crescere in intensità e velocità sino alla porzione solista al fulmicotone ed un finale meno veloce quanto non meno inteso o tremendo. Di per sè non si tratta di un brutto brano, anzi, forse è un pò troppo prevedibile e non è adatto ad aprire un disco, ma in fin dei conti si tratta di un'idea personale. La tiratissima "Hellbent" è non solo nel titolo un'omaggio ai metal masters Judas Priest del periodo "Painkiller" filtrati attraverso la tipica lente Gamma Ray, quindi la secca e teutonica "Pale Rider" unisce al proprio interno Accept e Judas Priest con tratti facilmente riconoscibili, ma questa 'canzonetta' non riesce a prendermi più di tanto. Anche "Born To Fly" si rivela un brano a due facce: semplice e lineare con anthemiche melodie di facile presa, ma anche una sciocca ed inutile riproposizione del tema 'volare alti come un'aquila' già sentita dai GR varie volte! "Master Of Confusion" è forgiata nel metal anni ottanta e sa tanto di autocitazione e sarà comunque una piacevole sorpresa per chi per la prima volta si accosta alla musica dei Gamma Ray, per gli altri avrà un suono molto più familiare: vi è molto di "I Want Out" nella musica e di "Heaven And Hell" nei testi, oltre a recuperi vari da "Send Me A Sign", insomma un'opera di riciclaggio un pò pigra e poco ispirata.<br />
La titletrack fortunatamente ci porta un songwriting più lucido e decoroso per un episodio di thrash/speed metal sparato che riporta i Gamma Ray sui livelli che i versi fans si aspettano e si meritano, ma subito dopo la power ballad "Time For Deliverance" riporta in evidenza la sindrome da plagio che ha colpito Hansen: sul ritornello e pre-ritornello cantate le analoghe parti di "We Are The Champions" dei Queen e vi ci ritroverete nota per nota.<br />
La cadenzata e pesantissima "Demonseed" e la più spigliata "Seven" (inficiata da un invadenti influenze maideniane) sono due brani mediocri senza infamia nè lode, il tutto riscattato dalla bellissima "I Will Return" posta in fondo alla tracklist, un'esplosione di energia e potenza alla vecchia maniera dei Gamma Ray, con un divertente intervallo strumentale.<br />
Seppur non eccelso e ancora parzialmente accostabile agli ultimi tre albums in studio dei Gamma Ray, questo "Empire Of The Undead" mostra dopo tanto tempo sprazzi di quell'ottimo power metal sui cui la band ha costruito la sua reputazione e perciò è degno dell'attenzione dei suoi fans.<br />
<br />
<a href="http://www.gammaray.org/" target="_blank">http://www.gammaray.org/</a><br />
<a href="https://www.facebook.com/gammarayofficial" target="_blank">https://www.facebook.com/gammarayofficial</a><br />
<br />
ABe<br />
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Cosa Funziona: qualche segnale di ripresa dopo alcuni albums non all'altezza dei Gamma Ray<br />
Cosa Manca: dopo tanti anni di assenza, mi aspettavo qualcosa di piùUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-38799024421716422512014-04-09T02:13:00.001-07:002014-04-09T02:13:28.847-07:00HUMBUCKER - King Of The World (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpM8T6gn_q11y7dzjn1L2Tm1hYyV7BOZ4YekE14O9lizM3Qd9Wmx_v3AuSpcc_qXHkydzDt5zcFAfrIMrY0QhLgl3YB0vC7-ew9KryN0m5VF2-9YOw5iAAYXZJ1SVHW_88a-b1FV1tElA/s1600/HumbuckerKingOfTheWorld.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpM8T6gn_q11y7dzjn1L2Tm1hYyV7BOZ4YekE14O9lizM3Qd9Wmx_v3AuSpcc_qXHkydzDt5zcFAfrIMrY0QhLgl3YB0vC7-ew9KryN0m5VF2-9YOw5iAAYXZJ1SVHW_88a-b1FV1tElA/s1600/HumbuckerKingOfTheWorld.jpg" /></a><span style="color: blue;">HUMBUCKER "King Of The World" (Humbucker Records/Music Buy Mail) voto: 80/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Hard Rock, Ac/Dc, Aerosmith, Motley Crue<br /><br />Secondo album per la band norvegese formatasi nel 1998 come tribute-band degli Ac/Dc interpretati con un approccio alla Motorhead/The Rods, scioltasi nel 2002 per i pressanti impegni lavorativi dei singoli musicisti, e tornata insieme nel 2010 per una one-off performance trasformatasi presto in desiderio di continuare e pubblicare infine nel 2011 il sospirato debut album "R.O.C.K.S" che ha ricevuto diversi apprezzamenti in giro per il mondo.<br />"King Of The World" vede il quintetto tornare alla carica con una serie di brani hard rock diretti, cattivi, sporchi, un ideale mix di Ac/Dc, Aerosmith, Motley Crue con al microfono un singer con le corde vocali della stessa fibra di Lemmy dei Motorhead, ma capace anche di interpretare con pulita passione la bella ballad malinconica "Harder Being Me", buon diversivo con lontane influenze southern rock.<br />
<a name='more'></a><br />L'inizio è sfacciato, duro e sparato senza fronzoli inutili con "Self-Made Son Of B***H" e "One Size Fits All", con le chiattre che nel refrain di quest'ultima riprendono pari pari il riff di "High Voltage" (Ac/Dc). Sempre in tema di citazioni, "King Of The World" rifà il verso a "It's Only Rock And Roll" dei Rolling Stones nel ritornello, con un'ampiamente godibile dose di energia in tutti i suoi tre minuti scarsi di durata, mentre la successiva "Gone Fishing" che mi ricorda i Tank in versione decisamente migliore come qualità compositiva e suono.<br />Dopo la citata "Harder Being Me" si torna a rockare con la classica "Dirty Nelly", dall'approccio più pulito e tradizionale in netto contrasto con la metallica e cupa "Lone Rider" e l'heavy southern rock di "Lord Have Mercy", comunque trascinanti e divertenti. L'heavy rock tipicamente anni ottanta di "Hey You!" non mi entusiasma più di tanto nonostante l'energia profusa.<br />Ci avviciniamo verso la conclusione del cd con "I Did It All (Thank You & Goodnight!)", termopilante tributo ai leggendari Motörhead, un'elettrizzante cover di "Wine, Women An' Song" dei Whitesnake e "Strongman", mid-tempo acquistabile solo come digital download, buon compendio al cd, ma (a mio modesto parere) non così indispensabile come altre canzoni di "KOTW".<br />Senza pretendere di reinventare l'hard rock o voler essere innovativi/sperimentali ad ogni costi, i cinque musicisti norvegesi ci offrono comunque un buon lotto di brani da gustare, sudare e suonare ad altro volume infastidendo il perbenista vicino di casa!<br /><br />Jan Anders "Longbeard" Bøen - voce<br />John Petter "No Thanks" Pershaug - chitarre<br />Vidar "Maniac" Svanheld - chitarre<br />Geir Arne "The Cannon" Dale - batteria<br />Lars Stian "Too Late" Havraas - basso<br /><br /><a href="https://www.facebook.com/pages/Humbucker/194616527226293" target="_blank">https://www.facebook.com/pages/Humbucker/194616527226293</a><br /><a href="http://www.humbucker-rocks.com/home" target="_blank">http://www.humbucker-rocks.com/home</a><br /><br />Massima Allerta: Le prime tre canzoni e Harder Than Me<br />Pelo Nell'Uovo: Strongman ed Hey You! non mi hanno preso più di tanto<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-73417511937560225982014-04-07T08:28:00.000-07:002014-04-07T08:28:04.157-07:00VANDENBERG'S MOONKINGS - Vandenberg's Moonkings (2014)<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ4KGqLlM2VTgKWobLPA5JFHFehqLKTH4zfdCpNYk_2_mGYxQjmHV2vFQlMY3TyIIjDuHqp04C7wGsayT66ggwWhK7oh3QJo_U0KS-a5Up30JshLxZPZd4jTTSyALKdexAW0YVIIsVj7c/s1600/VandenbergMoonkings+front.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ4KGqLlM2VTgKWobLPA5JFHFehqLKTH4zfdCpNYk_2_mGYxQjmHV2vFQlMY3TyIIjDuHqp04C7wGsayT66ggwWhK7oh3QJo_U0KS-a5Up30JshLxZPZd4jTTSyALKdexAW0YVIIsVj7c/s1600/VandenbergMoonkings+front.jpg" /></a><span style="color: blue;">VANDENBERG'S MOONKINGS "Vandenberg's
Moonkings" (Mascot Label Group) voto: 80/100</span></div>
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Per Chi Ascolta: Hard Rock classico,
Led Zeppelin, Free, Whitesnake</div>
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</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
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</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il pedigree artistico di Adrian
Vandenberg è ben noto agli appassionati del genere hard rock, quindi
sfoglio velocemente la lista delle bands nelle quali ha militato
(Teaser, Vandenberg, Whitesnake, Manic Eden) e vado a concentrarmi
sull'album che segna il suo rientro nel music biz dopo quasi due
decenni di 'purificazione', un album realizzato con alcuni giovani,
sconosciuti e talentuosi musicisti olandesi coi quali ha realizzato
un lavoro a tutti gli effetti frutto di collaborazione di gruppo e
non un 'semplice' lavoro solista.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nelle dodici canzoni Adrian mette tutto
il suo amore per l'hard rock degli anni settanta con particolare
predilezione per Led Zeppelin, Free e Whitesnake, questi ultimi
evocati anche dal timbro potente e caldo di Jan Hoving che ben si
adatta alle composizioni di Adrian.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nell'opener "Lust And Lies"
il primo a farsi sentire è il bassista Sem Christoffel, cui presto
si unisce il drumming di Mart Nijen Es e quindi ecco il riff lascivo
di Vandenberg per un brano vicino nello spirito ai primissimi Led
Zeppelin, un hard rock intriso nella voce blues di Hoving ed un
assolo di grande effetto, e lo stesso feeling ispira "Close To
You", nel cui cantanto simil-Robert Plant spuntano echi del
miglior Coverdale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Good Thing" suona come un
ideale e stuzzicante incrocio fra Ac/Dc e primi Black Crowes, ma
l'aggiunta di voci femminili nei cori conferisce alla canzone
maggiore profondità e un senso più tipico da Southern Rock Blues,
un bel ponte verso "Breathing", uno dei migliori momenti
del cd, una semi-ballad orchestrata magnificamente e con l'animo più
al passo coi tempi attuali che esplode in un refrain da manuale.
Insomma, bellissima!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si torna a rockare con "Steal
Away", brano che sembra costruito apposta per arringare il
pubblico durante i concerti e "Line Of Fire" arroventa
ancor di più l'atmosfera con quel suo piglio da classico hard rock
senza tempo, ma che eseguito così non stanca mai. A questo punto
Adrian ci fa tirare il fiato con "Out Of Reach", altra
sensazionale ballad giocata su chitarre acustiche ed archi di violino
con intrecci da brivido.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Feel It" e "Leave This
Town" si tingono nuovamente di tinte southern rock e possiedono
un buon tiro, con la seconda imbevuta maggiormente nelle fonti del
blues hard rock, e a questo punto un'altra semi-ballad (seppur
piacevole) come "One Step Behind" è forse fuori luogo,
trovando molto più indovinato aver proseguito la scaletta con le
zeppeliniane "Leeches" e "Nothing Touches",
sporche, cattive e dure!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Vi è anche un tredicesimo brano,
ovvero una nuova registrazione di "Sailing Ships" con
ospite al microfono il suo interprete originale, ovvero Mr David
Coverdale. Bei ricordi di una giovinezza passata solo
anagraficamente, non nel cuore e nello spirito!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' più facile trovare un ago in un
pagliaio che dei peccati mortali in questo disco, e posso solo
imputare ad Adrian il fatto di aver 'giocato facile' senza rischiare
alcunchè dopo così tanti anni di assenza, ma in fin dei conti vi è
di ben peggiore in giro, quindi sale alto l'invito a ringraziare il
biondo chitarrista olandese acquistando il cd.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.moonkingsband.com/" target="_blank">http://www.moonkingsband.com/</a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
ABe</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cosa Funziona: una BAND vera e non dei
giovani talenti asserviti all'ego di un navigato quanto bravo
musicista</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cosa Manca: un pò di coraggio in più,
ma siamo (spero) solo all'inizio di un nuovo progetto dalle ottime
prospettive</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-91651920238260929862014-04-07T01:03:00.001-07:002014-04-07T01:03:36.068-07:00ALAIN CONCEPCION - R (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhgwxU2ZOQ10MrxESfAw_5sr1v2_rEdo7y9rs2V5HspxrUR1Sb1lYHlpoChQOdFRYz88S8YA_FbmuV_eAkkwRDlL5-TXsRP9TXuGdw_fjEEAIxzSh0UCAWHGFZueDjx-lE_YdoCX89y8A/s1600/ALAINCONCEPCIONR.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhgwxU2ZOQ10MrxESfAw_5sr1v2_rEdo7y9rs2V5HspxrUR1Sb1lYHlpoChQOdFRYz88S8YA_FbmuV_eAkkwRDlL5-TXsRP9TXuGdw_fjEEAIxzSh0UCAWHGFZueDjx-lE_YdoCX89y8A/s1600/ALAINCONCEPCIONR.jpg" /></a><span style="color: blue;">ALAIN CONCEPCION "R" (Izkar Records) voto: 75/100</span><br />
<br />
Per Chi Ascolta: Westcoast, AOR<br />
<br />
Alain Concepcion è un cantante spagnolo con una vasta eperienza in diverse bands e altri progetti che spaziano dall'hard rock al soul, dal progressive rock al funky, ed un ep ("Izan Dira") pubblicato nel 2012 contenente tre brani originali più una cover di "Into The Night" di Benny Mardones.<br />
Oggi torna protagonista sul mercato con l'album "R" (forse riferito all'iniziale di Romero, suo vero nome) di dieci canzoni fra composizioni originali e brani pescati dal repertorio altrui, restando sempre in un ambito strettamente AOR/Westcoast.<br />
L'iniziale "If I'm Losing You" è introdotta da un delicato duetto pianoforte/archi e voce per aprirsi ad un AOR più potente ed intenso nella scia del primo Richard Marx e dei Journey con una buona prova di Alain ed un buon senso della melodia. "I Keep Forgetting" di Michael McDonald offre la possibilità al cantante iberico di sfoderare il proprio timbro appassionato e ruvido su sonorità tipicamente Westcoast per un risultato ben più che soddisfacente, replicando simili risultati nella semi-ballad "The Last Dance", cui il sax ed il piano conferiscono un'ambientazione tipicamente anni ottanta come si poteva facilmente ascoltare in tanti albums Westcoast/Rock-AOR del periodo. Il soul nero "Can't Touch You" ed il Westcoast sopraffino di "Give Me The Reason" (di Luther Vandross) sono elegantissimi e raffinatissimi, due brani ideali per piano bars di classe o serate estive all'aperto nel giardino di un aritstocratico palazzo rinascimentale.<br />
<a name='more'></a><br />
"I Want To Live" mantiene la rotta intima e passionale con quell'incrocio fra Westcoast e soul che caratterizza alcuni momenti della carriera di Michael Bolton, ma dopo così tante tonalità tenui si torna a rockare con l'esuberante "True Story" dal vago sapore Journey, ma è una parentesi prima di tornare su ritmi ed arrangiamenti più ricercati e delicati con "I Have Known" e "Never Will", nuovamente intrisi di Westcoast e Soul. Una fedele ripresa di "Who's Crying Now" dei Journey, solo più "sguaiata" nelle vocals rispetto all'immensa prova di Steve Perry, chiude un cd coraggioso nel suo essere così 'fuori tempo' e rivolto ad una nicchia di pubblico esigente in termini di suoni, produzione ed interpretazione che qua sicuramente sono presenti e non in dosi simboliche, ma ancora un pò distanti dalle migliori opere del genere.<br />
Un suo 'concorrente' può essere rintracciato negli AOR di Fredric Slama, e in questo caso il match va sicuramente ad Alain.<br />
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<a href="https://www.facebook.com/Alainconcep" target="_blank">https://www.facebook.com/Alainconcep</a><br />
<a href="http://alainconcepcion.bandcamp.com/" target="_blank">http://alainconcepcion.bandcamp.com/</a><br />
<a href="https://twitter.com/IzkarProd" target="_blank">https://twitter.com/IzkarProd</a><br />
<a href="https://www.facebook.com/izkarproducciones" target="_blank">https://www.facebook.com/izkarproducciones</a><br />
<br />
ABe<br />
<br />
Cosa Funziona: la bella voce di Alain, intensa e piena<br />
Cosa Manca: la scena che possa aiutare il cantante spagnolo a fare il salto di notorietàUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-4986707236866190022014-04-03T08:44:00.002-07:002014-04-03T08:44:26.080-07:00ANUBIS GATE - Horizons (2014)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6AVlrn_odbY6rHd-VwGNeWzRm6lCgjXFMzcpiy509yyuepg1P50hDF5xQN1kANflx8XpCLwGesAcnKDqdV-gzhNg70gzJfZUbKzQVjQP-Uu9mSilAjwc7872oK9iAYbn5ixtNDjCYgGY/s1600/AnubisGateHorizons.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6AVlrn_odbY6rHd-VwGNeWzRm6lCgjXFMzcpiy509yyuepg1P50hDF5xQN1kANflx8XpCLwGesAcnKDqdV-gzhNg70gzJfZUbKzQVjQP-Uu9mSilAjwc7872oK9iAYbn5ixtNDjCYgGY/s1600/AnubisGateHorizons.jpg" /></a></div>
<span style="color: blue;">ANUBIS GATE "Horizons" (Nightmare Records) voto: 90/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Prog Metal Sinfonico di qualità<br /><br />Ammetto le mie colpe e dichiaro pubblicamente di non conoscere i precedenti albums dei danesi Anubis Gate che, con "Horizons", tagliano il traguardo del sesto capitolo discografico che vede due nuovi innesti, ovvero Michael Bodin (ch - Third Eye) al posto di Jesper M Jensen, e Morten Gade Sørensen (bt - Pyramaze, Wuthering Heights) in sostituzione del quasi omonimo Morten Sørensen.<br />Pur se attiva dal 2001, la band sinora non è riuscita a farsi conoscere da un pubblico più ampio come successo ai suoi ideali competitors Dream Theater, Vanden Plas, Threshold, Circus Maximus e Seventh Wonder, ma le cose potrebbero migliorare con queste dieci nuove canzoni di progressive metal costruite sempre con un buon livello di melodia.<br />L'opener "Destined To Remember" è un'ottimo inizio con un sapiente dosaggio di melodia, potenza espressiva e malinconica epicità che avvolgono il fortunato ascoltatore lungo i suoi sei minuti di durata, mentre la successiva "Never Like This (A Dream)" mostra un songwriting più evoluto e complesso senza perdersi in sterili esibizionismi, così come mi sono piaciute le alternanze fra serrati fraseggi metal e stacchi dal sapore più tipicamente progressive, il tutto condito da una porzione strumentale centrale misteriosa ed oscura nella quale un assolo di chitarra acustica si erge con sentita partecipazione.<br />
<a name='more'></a><br />Anche "Airways", con quelle costruzioni orientaleggianti dal vago sapore Zeppeliniano incastonate in un ambiente che può evocare qualcosa dei Threshold e dei Magellan, ha un suo fascino magnetico con quella potenza trattenuta, potenza che viene liberata in "Revolution Come Undone", maiuscola prova di forza senza che gli Anubis Gate rinuncino ad improvvisi e brevi cambi di scenario per rendere meno prevedibile il suo sviluppo.<br />Ma uno dei migliori brani del cd è "Breach Of Faith", sette minuti di goduria prog-metal derivante da un songwriting attento e vario eseguito senza alcuna incertezza da musicisti estremamente preparati. La titletrack è forse il momento più orecchiabile del disco (ma restiamo in ambito metal e sinfonico) e ci prepara al tour-de-force di "A Dream Within A Dream", quattordici minuti dediti ad offrire un ampio caleidoscopio sonoro di emozioni e atmosfere che ci fanno capire quanto siano sottovalutati gli Anubis Gate, bravissimi nel costruire passo dopo passo un brano che mantiene alta l'attenzione. Avrei visto bene questo brano come momento di chiusura del cd, compito invece affidata ad "Erasure", più incline ad esplorare il lato acustico e malinconicamente intimo della band.<br />Dopo tanti anni è davvero giunto il momento per gli Anubis Gate di spiccare il volo verso la più ampia notorietà, non facciamo mancare il nostro supporto!<br /><br /><a href="http://www.anubisgate.com/" target="_blank">http://www.anubisgate.com/</a><br /><a href="https://www.facebook.com/AnubisGate" target="_blank">https://www.facebook.com/AnubisGate</a><br /><a href="https://www.nightmarerecords.com/" target="_blank">https://www.nightmarerecords.com/</a><br /><br />ABe<br /><br />Massima Allerta: grande songwriting ed esecuzione strumentale, bravo anche il cantante!<br />Pelo Nell'Uovo: avrei gradito una maggiore varietà espressiva nelle parti vocali che restano, comunque, molto belle<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-90023072732435522542014-03-26T01:51:00.000-07:002014-03-26T02:04:32.420-07:00LINDA & THE PUNCH - Obsession (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoG_-heqP1eSEaAmYeieo5rKlBoQEjTJZWtrFnCIKT0KaATAcSPJSOM7J3MSET8dXp9IFayZJo3yAJvOrG5ckj9OF590cIseqT0gn1kWkAutwleOAepv0rjldGHCpQbjUW5L_WYoY-6l4/s1600/Linda_And_The_Punch.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoG_-heqP1eSEaAmYeieo5rKlBoQEjTJZWtrFnCIKT0KaATAcSPJSOM7J3MSET8dXp9IFayZJo3yAJvOrG5ckj9OF590cIseqT0gn1kWkAutwleOAepv0rjldGHCpQbjUW5L_WYoY-6l4/s1600/Linda_And_The_Punch.jpg" /></a><span style="color: blue;">LINDA & THE PUNCH "Obsession" (Escape Music) voto: 75/100</span><br />
<br />
Per Chi Ascolta: Pat Benatar, Pink, power-pop<br />
<br />
Pubblicazione insolita per catalogo della Escape Music, questo "Obsession" della ventunenne Linda si dirige verso un arioso ed energico power-pop che, grazie ai contributi degli esperti Steve McEwan (Robbie Willams, Foreigner, Eminem, James Blus, Roger Daltrey), Herman Rarebell (Scorpions), Tommy Denander (Paul Stanley) e del produttore Michael Voss (Michael Schenker, Mad Max), garantisce qualità e composizioni modellate sulla voce di Linda, a metà strada fra Pat Benatar, Robin Beck e Pink.<br />
Il pedigree degli autori mantiene presente nei vari brani un fondo di melodic rock/AOR nella sua accezione più light, ma è indubbio come Linda intenda pescare la maggior parte dei suoi fans tra i giovani e gli adolescenti più inclini a consumare le varie Katy Perry del pianeta, offrendo loro al contempo una sostanza rock non riscontrabile nelle sue 'concorrenti'.<br />
<a name='more'></a><br />
Nelle iniziali "What A Shame" e "Cold Cold World" scorre una linfa giovane e scanzonata, spensierata ed esuberante come si deve essere quando il bambino sboccia alla vita. "Welcome To London" ammicca al pop-rock femminile dettato da Pat Benatar e Pink, il lento romantico "Wake Up Dreaming Of You" si abbevera maggiormente alla fonte dell'AOR americano e fa da buona colonna sonora dei primi innamoramenti delle ragazzine di tutto il mondo, "Nothing Of Anything" è grintosa ed orecchiabile quanto basta per accattivarsi le simpatie delle stazioni radio, ma "Bite" pare indecisa sulla direzione da seguire e si perde in sonorità malinconiche poco convincenti. "Looking Out For Number One" è una modesta 'riempi-cd' e leggermente meglio si va con l'hard-rockeggiante "Kill The Lights" e "Lost For Words", quest'ultima non lontana dallo stile degli Evanescence, così come "Love Kills Me" può ricordare in alcuni passaggi una Melanie C nei suoi frangenti più rock.<br />
La chiusura è affidata alla cover del classico "Because The Night" resa immortale dalla grande prestazione di Patti Smith, ma qui la band ne offre una versione più lenta ed heavy ed anche Linda sembra più concentrata a riprodurre le noti originali piuttosto che tentare di una maggiore personalizzazione. La perdono perchè a 21 anni questo atteggiamento ci può stare ampiamente.<br />
Di sostanza se ne trova in "Obsession" e Linda ha sicuramente delle carte vocali da giocarsi alla grande, il team completato da Torsten Asemann (bs, vc), Tim Edler (tast, vc), Ralf Heyne (ch, vc) e Oliver Ross (bt) suona piuttosto affiatato, l'età è dalla parte di Linda... un esordio tutto sommato buono, ma di strada verso il successo ce ne è ancora da percorrere.<br />
<br />
<a href="https://www.facebook.com/lindaandthepunch" target="_blank">https://www.facebook.com/lindaandthepunch</a><br />
<a href="http://www.escape-music.com/" target="_blank">http://www.escape-music.com/</a><br />
<br />
ABe<br />
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Cosa Funziona: la voce di Linda su tutto<br />
Cosa Manca: maggiore qualità media, qua vi sono belle canzoni con altre tutto sommato superflueUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-78351677618911484002014-03-25T10:41:00.002-07:002014-03-25T10:41:47.308-07:00SKINTRADE - Refueled (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRjsxMMReRE85lseaPT0ylyTtixIwcqMEhlWS_B8w-1vybpGrVjtCOF4VZeU6-ZbiA7430I8ilPcHd0uqcDznAkbs5xlJIoGAi9mmOGE5bRU9JnRCXUcq5IybeM6KXBqpcjVbXAlvLrDQ/s1600/SkintradeRefueled.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRjsxMMReRE85lseaPT0ylyTtixIwcqMEhlWS_B8w-1vybpGrVjtCOF4VZeU6-ZbiA7430I8ilPcHd0uqcDznAkbs5xlJIoGAi9mmOGE5bRU9JnRCXUcq5IybeM6KXBqpcjVbXAlvLrDQ/s1600/SkintradeRefueled.jpg" /></a><span style="color: blue;">SKINTRADE "Refueled" (AOR Heaven) voto: 85/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Skintrade<br /><br />Formatisi nel 1991 e con due albums pubblicato nel 1993 e nel 1995, gli Skintrade sembravano avviati verso una bella carriera facendo da spalla a bands come Motorhead, D.A.D. e Therapy, o grandi eventi quali Rock am Ring ed il Dynamo open air ma alla fine del 1995 i vari membri decisero di separare le proprie strade e soprattutto il cantante Matti Alfonzetti ha guadagnato una certa visibilità lavorando con Jagged Edge, Boxer, Damned Nation, Radioactive, Rage Of Angels, Impera ed i Red, White And Blues, oltre a tentare la strada da solista.<br />I fans non hanno mai smesso di chiedere la reunion della band, fatto che si è concretizzato nel maggio 2011 con l'album "Skintrade - Past And Present", un 'best of' che vedeva alcune nuove composizioni a fianco di versioni rimasterizzate di precedente materiale, ed oggi abbiamo fra le mani il primo full-lenght-album dal 1995, un cd che riflette la natura reale della band svedese, ovvero brani energici basati su potenti riffs ed una buona dinamica, un'attitudine hard rock condita da un invidiabile senso per buone melodie senza scivolare in cliche ipersfruttati e questo è un plus da lodare per Matti Alfonzetti (vc), Hakan Masen Persson (bt), Håkan Calmroth (bs) e Stefan Bergström (ch).<br />
<a name='more'></a><br />L'opener e primo singolo "Monster" è piena di grinta e cattiveria rock, con basso e chitarra ad eruttare esplosivi riffs granitici sostenuti da indiavolate percussioni, su tutto ciò si erge l'aggressiva prova vocale di Matti, e su simili linee si muove la seguente "Liar" che attualizza nella strofa l'hard rock tipico dei primi anni settanta stile Mountain e la correda di un buon refrain anthemico al passo coi tempi odierni.<br />"Pay In Blood" nel suo complesso è più orecchiabile senza rinunciare a sonorità comunque aggressive e decise, aspetto che torna a dominare "Hardcore MF Heartattack", brano il cui titolo dice tutto sulla sua essenza. "Close My Eyes" rallenta il ritmo, ma non l'intensità, ed il forte tenore di "Refueled" viene mantenuto senza alcuna esitazione anche in "Getting Away With Murder", "Mountain" e "Worse Than Wasted", e solo adesso gli Skintrade ci concedono un pò di respiro con la blues ballad "Been To The Bottom" cui non vengono fatte mancare opportune iniezioni di elettricità.<br />"Dying In Your Arms" si avvicina al modern rock più heavy, mentre "Wild One" e "Look Me In The Eye" chiudono la scaletta riportandoci sullo stesso climax dell'inizio, solo con qualche oncia in più di attezione alla melodia.<br />Un buon ritorno sulle scene con una selezione di brani che soddisferà i loro fans più competenti ed agguerriti che apprezzeranno la maturità raggiunta dal quartetto, avvicinando al contempo nuovi adepti.<br /><br /><a href="http://www.skintradesweden.com/" target="_blank">http://www.skintradesweden.com/</a><br /><a href="https://www.facebook.com/skintradesweden" target="_blank">https://www.facebook.com/skintradesweden</a><br /><a href="http://www.aorheaven.com/" target="_blank">http://www.aorheaven.com/</a><br /><br />ABe<br /><br />Massima Allerta: l'assenza di fillers o cali di qualità/tensione<br />Pelo Nell'Uovo: nove anni per ascoltare un loro nuovo album!!!<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-45154969971941137312014-03-17T02:39:00.001-07:002014-03-17T02:39:42.260-07:00THE MILESTONES - Higher Mountain - Closer Sun (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgumsXy3xf9iaBSQ5sZiCoRgiWXpRMic46Ht5uunpUFFosKiv0gqvmVIe6SYzKhJofdP-DtM05W51uqRul50usMEiU06Nwr02vsUvHHMFbeIyHVH0QImSOyQvPsT4z1-badtrkbL6lY2u0/s1600/MilestonesHigherMountain.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgumsXy3xf9iaBSQ5sZiCoRgiWXpRMic46Ht5uunpUFFosKiv0gqvmVIe6SYzKhJofdP-DtM05W51uqRul50usMEiU06Nwr02vsUvHHMFbeIyHVH0QImSOyQvPsT4z1-badtrkbL6lY2u0/s1600/MilestonesHigherMountain.jpg" /></a><span style="color: blue;">THE MILESTONES "Higher Mountain - Closer Sun" (Turenki Records) voto: 85/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Southern Hard Rock americano<br /><br />Ci sono storie che fanno pensare sulla passione, la costanza, la volontà di portare avanti un progetto nonostante la strada non sia così facile e neppure così cosparsa di glorie e trionfi, eppure anche il solo fatto di percorrerla insieme agli amici è fonte di gratificazione e nutrimento spirituale e questa immagine mi è evocata leggendo la storia dei finlandesi The Milestones, insieme da venti anni con la stessa line-up ed autori di soli quattro albums con "Higher Mountain - Closer Sun" a celebrare i quattro lustri di attività.<br />La loro musica ricca di influenze southern rock è emozione, sudore e gioia nel suonare, elementi che trasudano da ogni nota delle undici canzoni del cd ed entrano direttamente nella testa e nel cuore dell'ascoltatore facendo venire voglia di muoversi, danzare, suonare la propria fedele air-guitar. Dall'iniziale e veloce "Walking Trouble" impregnata di Black Crowes e Aerosmith, passando per la più ironica e cadenzata "Shalalalovers" o la rispettosa cover del classico "Drivin' Wheel" dei Foghat, il quintetto nordico non si risparmia di certo e sa come colpire il cuore con l'acustica e sentita ballad "Grateful" che ci fa scoprire un lato più intimo della ruvida voce di Olavi Tikka.<br />
<a name='more'></a><br />"Sweet Sounds", "It's All Right" e "You" riportano la musica sui binari del classico hard rock americano anni settanta fuso con elementi blues e boogie più tipici degli stati meridionali degli USA, rotta mantenuta sino alla conclusiva "Fool Me" che mi ha fatto voglia di risuonare tutto l'album da capo.<br />Nessuna innovazione rivoluzionaria nelle undici canzoni proposte, solo (se vi pare poco) delle ottime ricodificazioni di un suono senza tempo e confini preparata per noi da cinque grandi amici che ci terranno splendida compagnia per quasi tre quarti d'ora!<br />Potete trovare la loro musica anche su iTunes e amazon, non fateveli sfuggire!<br /><br /><a href="http://themilestonesmusic.com/" target="_blank">http://themilestonesmusic.com/</a><br /><a href="https://fi-fi.facebook.com/themilestonesmusic" target="_blank">https://fi-fi.facebook.com/themilestonesmusic</a><br /><br />ABe<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-26336013327797358772014-03-14T10:56:00.003-07:002014-03-14T10:56:23.055-07:00THE VINTAGE CARAVAN - Voyage (2014)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrg5-_vBNbBCXIDaQ0WiCh-pBzYdP_V_ZpwGBgcirZ5zS_r94dLuv7rv2E7BxHLsxh1dlYlVYoobjvGvb5TCjkPwawtd3ep5kgy64M9UMvxwbRCse29pdZClt4KX1C4_VRxxRIxWAu658/s1600/thevintagecaravanvoyage.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrg5-_vBNbBCXIDaQ0WiCh-pBzYdP_V_ZpwGBgcirZ5zS_r94dLuv7rv2E7BxHLsxh1dlYlVYoobjvGvb5TCjkPwawtd3ep5kgy64M9UMvxwbRCse29pdZClt4KX1C4_VRxxRIxWAu658/s1600/thevintagecaravanvoyage.jpg" /></a></div>
THE VINTAGE CARAVAN "Voyage" (Nuclear Blast Records) voto: 80/100<br /><br />Per Chi Ascolta: primi Black Sabbath e Led Zeppelin, Cream, King Crimson, etc<br /><br />La base di questo giovanissimo trio è situata vicino a Reykjavik, Islanda, ed i loro natali risalgono al 2006 quando fu formata da due fratelli dodicenni (!!!), ovvero Óskar Logi (vc, ch) e Guðjón Reynisson (bt) i quali, dopo aver trovato in Alex Örn il bassista ideale, hanno cominciato a comporre canzoni e suonare dal vivo, pubblicando nel 2011 il loro debut album. "Voyage" vide la luce l'anno successivo, ma a questo punto arriva la Nuclear Blast che prepara un'adeguata release all'inizio del 2014 per il resto dell'Europa e gli Stati Uniti.<br />L'hard rock blues dai tratti psichedelici professato dai TVC è a tratti reminiscente di Cream, Jimi Hendrix, Black Sabbath e tante altre bands dei primi anni settanta, e tutto questo viene esplicitato sin dall'iniziale "Craving", devastante rocker selvaggio e maturo al contempo, una sferzata di pura energia, mentre "Let Me Be" offre un maggior controllo della potenza come dimostrato dalla lunga porzione solista, potenza che tuttavia esce con grande naturalezza dagli speakers.<br />
<a name='more'></a><br />
"Do You Remember" è una delicata e piacevole ballad ben construita ed interpretata, un'oasi di pace prima di riprendere a rockare con "Expand Your Mind", roccioso e compatto viaggio psichedelico di quasi sette minuti caratterizzato da un lungo assolo a mò di jam session. Bravi!<br />"M.A.R.S.W.A.T.T" e "Cocaine Sally" mantengono alto il climax sempre riportandoci al classico suono duro e senza compromessi del periodo fra la fine dei '60s ed i primi '70s, mentre "Winterland" rallenta notevolmente il ritmo e la durezza a favore di suoni più vicini alla psichedelia ed ai King Crimson (nella porzione centrale). La veloce "Midnight Meditation" omaggia nel riff i Led Zeppelin di "Communication Breakdown", ma è anche il brano che meno mi ha impressionato.<br />"The King's Voyage", coi suoi dodici minuti, chiude l'album col suo crudo e cupo heavy rock debitore dei primi Black Sabbath (ed in qualche modo anche dei Led Zeppelin di "Whole Lotta Love": andate al minuto sette!), il tutto risolto con una sicurezza difficilmente rintracciabile in così giovani artisti.<br />Un interessante lavoro con tanta carne al fuoco che soddisferà i tanti estimatori di un certo modo di interpretare il rock alla ricerca di qualcuno che non sia un banale ripetitori di cose già fate una quarantina di anni fa.<br /><br /><a href="http://facebook.com/VintageCaravan" target="_blank">http://facebook.com/VintageCaravan</a><br /><a href="http://twitter.com/_VintageCaravan" target="_blank">http://twitter.com/_VintageCaravan</a><br /><br />ABe<br /><br />Massima Allerta: tanti spunti interessanti, difficile scegliere<br />Pelo Nell'Uovo: testi spesso banali oltre a Midnight Meditation che mi suona di incompiutaUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-68148673081659064992014-03-14T10:07:00.001-07:002014-03-14T10:07:13.198-07:00DON AIREY - Keyed Up (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5tMHVtx_4mUt-lKs1SFASNrZZbfCCn8YAlgZKbNnEl0PsrjVpIT_W6bjPWehUhp107oHrZBo3bchQy_iNFKQwMhZw8Uh40vaDCWjRCoqkMu_0oPFLiIKNjoS_z3cxMSTG6OSS3PbFXRs/s1600/DonAireyKeyedUp.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5tMHVtx_4mUt-lKs1SFASNrZZbfCCn8YAlgZKbNnEl0PsrjVpIT_W6bjPWehUhp107oHrZBo3bchQy_iNFKQwMhZw8Uh40vaDCWjRCoqkMu_0oPFLiIKNjoS_z3cxMSTG6OSS3PbFXRs/s1600/DonAireyKeyedUp.jpg" /></a><span style="color: blue;">DON AIREY "Keyed Up" (Mascot Records) voto: 80/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Deep Purple, Rainbow, Gary Moore<br /><br />Il leggendario e virtuoso tastierista Don Airey ha trovato una propria stabile casa nei Deep Purple, nei quali ha preso il posto da ormai dodici anni del mai abbastanza compianto Jon Lord, ma il suo nome è citato in oltre duecento dischi da metà anni settanta ad oggi, annoverando importanti partecipazioni in bands quali Rainbow, Gary Moore, Ozzy, Judas Priest, Black Sabbath, Jethro Tull, Whitesnake, Saxon, Wishbone Ash, Steve Vai, Ten, Colosseum II, Sinner, Michael Schenker, Empire, Thin Lizzy, Brian May e Cozy Powell per citarne solo qualcuno.<br />Oggi è giunto il momento del suo quarto album solista dopo "K2 - Tales Of Triumph & Tragedy" (1989), "A Light In The Sky" (2008) e "All Out" del 2011. Anche su questo suo nuovo parto troviamo diversi ospiti che si alternano soprattutto al microfono, mentre il nucleo inamovibile è costituito da Darrin Mooney (bt - Primal Scream), Laurence Cottle (bs - Black Sabbath), Rob Harris (ch - Jamiroquai) e Carl Sentance (vc - Persian Risk). Con grande gioia scopriamo che su un paio di tracce vi sono registrazioni inedite di Gary Moore, ma di queste ve ne parlo fra poco.<br />
<a name='more'></a><br />L'opener "3 In The Morning" è devastante, un hard rock pieno, tirato e accattivante come sanno essere i migliori brani dei Deep Purple, la band interagisce che è un piacere e le tastiere di Don non soffocano gli spunti di voce e chitarra, ma anche la più rallentata "Beat The Retreat" farà sognare ad occhi aperti gli estimatori della musica anni settanta, grazie anche ad improvvisi squarci sinfonici che nella porzione finale della canzone dà il la ad una gustosa jam session come non si sente da tempo.<br />Sulla strumentale "Blue Rondo A La Turk" Don si diverte a giocare con temi progressivi e classici, ma cinque minuti di durata sono decisamente troppi e finisco col distrarmi spesso, ma "Solomon's Song" riesce a tenere più desta la mia attenzione, coi suoi repentini cambi da delicata ballad a feroce hard rocker con tanto di torrido assolo di Hammond. "Claire D'Loon" racchiude diversi stili dal rock al jazz ed alcuni suoi passaggi sono apprezzabili, ma anche in questo caso il songwriting si dilunga troppo diventando alla lunga stucchevole.<br />Non male "Flight Of Inspiration", pomposo e progressivo frammento di rock anni settanta con buone parti vocali molto ariose e melodiche, mentre la rivisitazione di "Difficult To Cure 2013", la celebre elaborazione dei Rainbow dell'Inno Alla Gioia di Beethoven, mi lascia con sentimenti contrastanti: da una parte è un brano che mi entusiasma ogni volta che l'ascolto, ma dall'altro vi sono delle aggiunte che appesantiscono l'originaria cavalcata rock al di là dell'indiscutibile bravura esecutiva.<br />Nei sette minuti di "Mini Suite" (citazioni varie compresa "Black Rose" dei Thin Lizzy) possiamo finalmente gustare passaggi di chitarra lasciatici da Gary Moore su melodie aperte e rilassate fino a quando, Don Airey non decide di lasciar andare il ritmo con una lunga porzione strumentale che sfocia in un finale tipicamente alla Deep Purple. Sull'intensa e commovente "Adagio" (ispirato alla famosissima composizione di Albinoni) possiamo godere una delle ultime incisioni lasciateci da Gary Moore che duetta divinamente con l'amico Don Airey.<br />Asciugate le lacrime per tuffarvi nella conclusiva "Grace", hard rock che riesce far convivere gli storici rivali Deep Purple (80%) e Led Zeppelin (20%) in un'unico contenitore divertente.<br />"Keyed Up" è un album di spessore, inattaccabile da un punto di vista esecutivo, capace di intrattenere con grande maestria, ma altresì vittima di una certa autoindulgenza che talora affiora prepotentemente ed appesantisce l'ascolto.<br /><br /><a href="http://www.donairey.com/" target="_blank">http://www.donairey.com</a><br /><br />ABe<br /><br />Massima Allerta: 3 In The Morning e Adagio su tutte<br />Pelo Nell'Uovo: a volte si dovrebbe essere meno prolissi<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-75781375661487460242014-03-03T01:04:00.004-08:002014-03-03T01:04:58.335-08:00OVERLAND - Epic (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKS_y7S1IB0DxRruZfbWSbk0Tz1HF5XsyOr82a2ci8zJ_7uH21jYUHanywPzJJsZAMaoVjqDruEy6V3_YyM24nIHaWmS3loBNPVfr3HijNzW5ku3dtqHBevQbRMUeD1CQbLjhfoCihmFw/s1600/OverlandEpic.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKS_y7S1IB0DxRruZfbWSbk0Tz1HF5XsyOr82a2ci8zJ_7uH21jYUHanywPzJJsZAMaoVjqDruEy6V3_YyM24nIHaWmS3loBNPVfr3HijNzW5ku3dtqHBevQbRMUeD1CQbLjhfoCihmFw/s1600/OverlandEpic.jpg" /></a><span style="color: blue;">OVERLAND "Epic" (Escape Music) voto: 80</span><br />
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Per Chi Ascolta: FM (la band ed il genere), Toto, Seventh Key<br />
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Dopo cinque anni Steve Overland (Wildfire, The Ladder, Shadowman e soprattutto FM) dà una nuova lucidatina alla sua carriera solista che già vanta due buonissimi albums ("Break Away" nel 2008 e "Diamond Dealer" l'anno successivo) e lo fa con "Epic", album prodotto (e in parte suonato) dal valente Mike Slamer (Streets, Steelhouse Lane, Seventh Key, etc) che garantisce anche un suono di prima categoria, pulito ed energico come il genere richiede ai migliori. Accompagnato da Christian Wolff (ch, tast - Rob Moratti, On The Rise), Larry Antonino (bs - Unruly Child, Hurricane, Brad Gillis, etc), Jay Schellen (bt - Air Pavilion, GPS, Hurricane, Sircle Of Silence, Unruly Child, World Trade, etc), Billy Greer (Kansas, Seventh Key) e Billy Trudel (The City, Dirty White Boy) ai cori, Fredrik Bergh (Street Talk, Bloodbound) alle tastiere in un paio di brani, Steve ci delizia con dieci brani di immacolata matrice AOR, molto più vicini al modello FM rispetto ai precedenti albums solisti e con un riconoscibile tratto alla Seventh Key dovuto alla forte personalità di Slamer, e ciò non suoni in senso negativo!<br />
<a name='more'></a><br />
L'opener "Radio Radio" è uno svelto AOR orecchiabile ed accattivante, un bell'inizio decisamente surclassato dalla successiva "If Looks Could Kill", superbo esempio di grande melodic rock dove tutto è studiato per funzionare ed il cui refrain è di quelli che non si levano facilmente dalla mente. La strofa di "Stranded" non vince la palma dell'originalità, ma è un'eregi rampa di lancio per il bel ritornello tutto melodia e passione. "Rags To Riches" indurisce notevolmente il sound, ma la sua energia contrasta in qualche modo col timbro di Overland più adatto ad altre ambientazioni sonore come la più ariosa e delicata "Liberate My Heart" o anche "Down Comes The Night", con quelle tastiere anni ottanta ad accompagnare i taglienti riffs del bravissimo Wolff. "If Your Heart's Not In It" e "So This Is Love" suonano molto alla Toto dei primi due albums e si lasciano godere dalla prima all'ultima loro nota, mentre "Rock Me" ha una veste più blues incardinata su tematiche più tipicamente hard rock, insomma, se conoscete i Bad Company di "Holy Water" avete una certa idea di quanto tento di trasmettere.<br />
Ci avviciniamo alla conclusione del cd con "Wild", buon filler melodico e ben arrangiato che precede "The End Of The Road", appassionato rocker che mescola FM e Steelhouse Lane con intrecci simil-prog, hard rock e AOR che finiscono col partorire un brano interessante e coinvolgente.<br />
Buon disco, forse giocato un pò troppo sul sicuro, ma di gran classe e da assimilare brano dopo brano, giorno dopo giorno.<br />
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<a href="http://www.overland-shadowman.com/" target="_blank">http://www.overland-shadowman.com/</a><br />
<a href="http://www.escape-music.com/" target="_blank">http://www.escape-music.com/</a><br />
<a href="http://www.fmofficial.com/fmofficial/index.html" target="_blank">http://www.fmofficial.com/fmofficial/index.html</a><br />
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ABe<br />
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Massima Allerta: If Looks Could Kill e The End Of The Road<br />
Pelo Nell'Uovo: poca voglia di rischiare e di tentare qualcosa di nuovo, ma va anche bene cosìUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-78901535558747505042014-02-07T02:24:00.003-08:002014-02-07T02:24:49.821-08:00RON KEEL - Metal Cowboy (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKrPNgcF6b5Wacr2jnUDelbI_QO11FqTVZUFrfODw3LI8RzyCOhYVbxqgRafJxpXBXc-aLWXEpmuoHdyQ1g7OS20jzxVQOUyDBT9VDFQY2YffFGyHAq2RtkXmfb5nGyRgfCPYbzEqbUAM/s1600/KeelMetalCowboy.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKrPNgcF6b5Wacr2jnUDelbI_QO11FqTVZUFrfODw3LI8RzyCOhYVbxqgRafJxpXBXc-aLWXEpmuoHdyQ1g7OS20jzxVQOUyDBT9VDFQY2YffFGyHAq2RtkXmfb5nGyRgfCPYbzEqbUAM/s1600/KeelMetalCowboy.jpg" /></a><span style="color: blue;">RON KEEL "Metal Cowboy" (Wild West Media Production) voto: 90/100</span><br />
<br />Per Chi Ascolta: Hard Rock e New Country fusi in un sano Metal Cowboy!<br /><br />Dopo tanti anni, progetti e dischi, giunge per Ron Keel il momento del suo primo, vero album solista ed è un gran bel disco da godere senza risparmiarsi un attimo.<br />Partito giovanissimo dal natio Texas a Nashville in cerca di farsi strada nel panorama rock, Ron arriva a Los Angeles e registra il suo primo disco cogli Steeler nei quali divide i solchi con un giovane, altezzoso quanto talentuoso chitarrista svedese chiamato Yngwie Malmsteen, ma una scelta simile imposta da Mike Varney, patron della Shrapnel Records, non poteva durare molto a dispetto del clamore suscitato ed infatti poco dopo la band si sciolse e Ron fondò una band a proprio nome, Keel, che ebbe tante soddisfazioni ed altrettante delusioni coi quattro studio-albums pubblicati fra il 1984 ed il 1987, riesumando questo monicker nel 1998 (scarsi risultati) e nel 2010 (il buon "Streets Of Rock And Roll"). Nel frattempo Ron ci aveva provato con gli Iron Horse e col Ron Keel's Fair Game, circondato da quattro avvenenti musiciste, ma non era destino che trovasse la sua pace artistica con questi progetti.<br />
<a name='more'></a><br />Eccolo allora oggi alle prese con "Metal Cowboy" che vede in compagnia di una buona lista di musicisti, anche se lo zoccolo duro è dato da Mike Vanderhule (bt - Y&T), Frank Hannon (ch - Tesla) e Geno Arce (bs - Iron Horse, Keel).<br />Il titolo del cd è esplicativo della musica che ci vuole far ascoltare Ron Keel che riesce ad unire le sue due principali passioni musicali in un mix esplosivo e coinvolgente. Lo start, affidato a "Long Gone Bad", potente country-hard rock che prende le nostre viscere e le costringe a muoversi e a dimenarsi al sostenuto ritmo impresso da Vanderhule e da Hannon, mentre Keel si muove a proprio totale agio ed è un piacere ascoltarlo cantare così spontaneamente e con gusto. "Wild Forever" è più orecchiabile e radio-friendly, un qualcosa che Bon Jovi fa da anni quando tenta di coniugare new country e hard rock, ma il risultato è qui davvero intrigante e piacevole. "My Bad" è più aspra nei suoni e nei toni, una sorta di unione fra Ac/Dc e Tangier, ma alla fine il connubio funziona abbastanza bene, ma molto meglio funziona "What Would Skynyrd Do?”, la prima traccia che si sbilancia a favore della componente cowboy e i Lynyrd Skynyrd sono qui un ovvio punto di riferimento anche se non mi sento di parlare di plagio o copia carbone, è il feeling della leggendaria band che pervade qusta canzone, arricchita dal pianoforte di Joe Spraker e dal coro femminile formato da Carol Lyn Liddle e Renée Keel, mentre Hannon aggiunge il propellente più adatto a far decollare le sonorità del brano. Portasse impresso il marchio Kid Rock, "What Wuold..." diventerebbe un hit negli States, e immagino che la stessa sorte toccherebbe a "Just Like Tennessee", bella semi-ballad ricca di pathos e ariose armonie che parla della malinconia quando si è lontani da casa.<br />Si torna a rockare duro e veloce con la tonica ed energica "The Last Ride" e con la più cadenzata "When Love Goes Down", restando sempre all'interno di noti sentieri compositivi. "Singers, Hookers & Thieves" è un lento country con un duetto fra Ron e Paul Shortino (Rough Cutt, King Kobra, etc): mi ha fatto un certo effetto ascoltare questi due hard rock singers alle prese con un tema tipico da cowboy song, ma il risultato non mi è dispiaciuto. Altro cambio di sonorità ed ecco la potente "Evil, Wicked, Mean & Nasty" assalire i nostri padiglioni auricolari e ferirceli con l'armonica di Louie Merlino.<br />Ci avviciniamo al termine con "The Cowboy Road" e "3 Chord Drinkin' Song", hard rock sostenuto e melodico il primo, fun-song la seconda con lontanissimi echi dei Rolling Stones degli esordi ed anche il suono sa molto di anni sessanta.<br />Tre le bonus tracks, ma si tratta della versione per le radio di "My Bad", di quella unplugged di "Just Like Tennessee" (bella anche in questa veste) e di "Singers, Hookers & Thieves" in chiave acustica e interpretata senza Shortino.<br />I Defenders Of The Faith più conservatori storceranno il naso dinanzi a questa rinascita artistica di Ron Keel, ma chi ha vedute più ampie converrà col sottoscritto che "Metal Cowboy" è una raccolta genuina, sentita, molto ben eseguita e se l'originalità non è al primo posto come sua caratteristica... ecchissenefrega, io mi sono divertito davvero tanto.<br /><br />La lista completa degli ospiti è qua <a href="http://ronkeel.com/metal_cowboy_album_credits/" target="_blank">http://ronkeel.com/metal_cowboy_album_credits/</a><br />
<br /><a href="http://www.ronkeel.com/" target="_blank">http://www.ronkeel.com/</a><br /><a href="https://www.facebook.com/ronkeelfans" target="_blank">https://www.facebook.com/ronkeelfans</a><br /><br />ABe<br />
<br />Massima Allerta: E' bello assaporare un Keel entusiasta e a proprio agio<br />Pelo Nell'Uovo: Non a tutti piacerà questa commistione di generi. Il mondo non smetterà di ruotare per questo!!!Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-90633869435993554662014-02-07T00:28:00.003-08:002014-02-07T00:28:38.776-08:00HUIS - The Guardian Angel (2014)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7yqf8LKDWg4idaHIL7dhyphenhyphenzOBhAkYZ92nn7e4crPwm3SsUM5cjA6-WAjbxGLY1K3WQWYAm8D2B658lmJsAHf9rGfQ17vncMCsxWLhya6HfUsfD8RLsHtB7XoQ6oDKjLbR-M43lKRGktXw/s1600/HuisTheGuardianAngel.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a></div>
<span style="color: blue;">HUIS "The Guardian Angel" (Unicorn Records) voto: 80/100</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiflM8g5Npg1gSU8B6sNtYhCqedp6kKaKWMVFaZp_qcrTNQrnIYW3dF0x0cXCxNhiv610rUIDXQ4706xwLIUY8HqHvYoAqwpq3r2b-zYG9TQcUNn4sbv4FtF4ZxGqH4ABgTjjmDywdhTxs/s1600/HuisTheGuardianAngel.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiflM8g5Npg1gSU8B6sNtYhCqedp6kKaKWMVFaZp_qcrTNQrnIYW3dF0x0cXCxNhiv610rUIDXQ4706xwLIUY8HqHvYoAqwpq3r2b-zYG9TQcUNn4sbv4FtF4ZxGqH4ABgTjjmDywdhTxs/s1600/HuisTheGuardianAngel.jpg" /></a><br />Per Chi Ascolta: Progressive Rock, neo e tradizionale<br />
<br />Seppur "TGA" sia il primo album degli Huis (che in olandese significa Casa), la band in realtà è formata da affermati veterani della scena musicale di Montreal che sul finire del 2009 hanno unito le proprie forze completando più recentemente i ranghi: Michel Joncas (bs), Pascal Lapierre (tast), Sylvain Descoteaux (vc), William Régnier (bt) e Michel St-Père (ch - Mystery).<br />Il quintetto si cimenta con un progressive rock piuttosto classico, muovendosi all'interno di ampi confini che hanno in Mystery, IQ, Marillion e Arena i quattro lati portanti della loro proposta musicale, ma su cui i nostri sanno come lavorare per estrarre il meglio dal proprio talento e proporlo con grande dedizione e passione.<br />Gli undici episodi ci tengono compagnia per oltre settanta minuti di musica ammantata da grandi orchestrazioni, cambi di tempo, dilatati squarci strumentali sia di chitarra che di tastiere, ponendo il tutto al servizio dell'ascoltatore e senza cadere nel tranello di buttare qualche cambio di tempo ad effetto o svisata virtuosistica tanto per tirarsela un pò, di certo questi personaggi non ne hanno bisogno e preferiscono sedurre l'ascoltatore con le loro capacità. Questa attitudine emerge in particolare nei due suggestivi strumentali "Oude Kirk I" e "Oude Kirk II" (ispirati alla più antica chiesta di Amsterdam) dove viene anteposto il trasferimento di emozioni e di suggestioni alla spettacolarità autocelebrativa di assoli strabordanti o istrionici cambi di tempo.<br />
<a name='more'></a><br />Come spesso capita quando mi trovo dinanzi a lavori genuinamente progressive, mi risulta difficile eseguire una 'tradizionale' analisi track-by-track, proprio perchè mi viene naturale valutare l'insieme anzichè la singola traccia al cui interno si osservano tanti temi diversi. Così vi consegno "TGA" nella sua globalità, un competente e ricercato album di melodic symphonic progressive che saprà soddisfare anche i palati più esigenti con quelle sonorità patrimonio comune di Marillion, IQ, Porcupine Tree e Camel. Come in ogni medaglia, anche qua vi è il suo rovescio che consiste in una certa prevedibilità nelle sperimentazioni che sono solo abbozzate, quasi il quintetto abbia paura di uscire da strade ben conosciute.<br />Mi attendo per il prossimo cd maggiore coraggio e rischio da cinque musicisti cui non si può certamente imputare la mancanza di esperienza, esperienza che hanno fatto comunque ben fruttare in questo disco.<br /><br /><a href="http://www.huisband.com/" target="_blank">http://www.huisband.com/</a><br /><a href="http://www.facebook.com/pages/Huis/109589689069419" target="_blank">http://www.facebook.com/pages/Huis/109589689069419</a><br /><a href="http://twitter.com/huisbandprog" target="_blank">http://twitter.com/huisbandprog</a><br /><a href="http://www.unicornrecords.com/" target="_blank">http://www.unicornrecords.com</a><br /><br />ABe<br /><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDA3O3Vl1cZEQzF0CkKIiJ2BFMrnz6oagFcBkLb2H38-6ypyhdIxhs7RZ_vCAHBbpQ1Sp878BEuJXF0GGsNOt6rpGWx-7WRTTC73P6-bYzeAcnqpz6HaxtfLmW1UIjTLyB_8fYlXNe8ls/s1600/HuisBand.jpg" /></div>
<br />Cosa Funziona: un intrigante elaborazione di schemi noti a cavallo tra neo-prog e progressive tradizionale<br />Pelo Nell'Uovo: poco coraggio di cercare qualcosa di più personaleUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-84556237649864162502014-02-04T01:03:00.001-08:002014-02-04T01:03:47.007-08:00THE TREATMENT - Running With The Dogs (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Ef09k-QaPuks37tvYlIAl5h4vPhGEIvwiV6EVeEa0PX4brQVzx0cNAXINWhHDGJTlCupSBPTaYhQzlCZijoWjZcM013ONBVe-1KNP5PUE0_VbmLF720phaW4LJvHEqbQXD8GiqQj_h4/s1600/TheTreatmentRunning.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Ef09k-QaPuks37tvYlIAl5h4vPhGEIvwiV6EVeEa0PX4brQVzx0cNAXINWhHDGJTlCupSBPTaYhQzlCZijoWjZcM013ONBVe-1KNP5PUE0_VbmLF720phaW4LJvHEqbQXD8GiqQj_h4/s1600/TheTreatmentRunning.jpg" /></a><span style="color: blue;">THE TREATMENT "Running With The Dogs" (Spinefarm Records) voto: 75/100</span><br />
<br />
Per Chi Ascolta: Hard Rock, Ac/Dc, Guns N Roses, Status Quo, etc<br />
<br />
Gli inglesi The Treatment provengono da Cambridge dove si formarono nel 2008 e da cui iniziarono un duro lavoro in studio e sui palcoscenici per costruirsi un seguito costellato dal primo album "This Might Hurt", registrato negli studi di Steve Harris degli Iron Maiden, e da vari tours con Alice Cooper, Steel Panther e Motörhead, culminati nell'ultimo biennio dall'apertura per i concerti americani dell'accoppiata Kiss/Motley Crue, dal supporto agli Status Quo nel loro reunion tour, dal recentissimo tour inglese degli Airbourne terminato da pochi giorni, entrambi questi ultimi due eventi risultati completamente sold-out.<br />
Ora ci troviamo ad esaminare "RWTD", tredici esplosive tracce di hard rock diretto, crudo e giovane, che qualcuno potrebbe liquidare frettolosamente come un distillato dal songbook di Ac/Dc, Def Leppard, Motley Crue, UFO, Thin Lizzy e Guns N Roses, mescolato ad un songwriting scaltro, pieno di attitudine e ricopertinato con un tratto adatto ai nostri giorni, e questo può essere affermato senza raccontare alcuna bugia, ma proviamo a scavare più a fondo e troviamo alcune belle sorprese.<br />
<a name='more'></a><br />
L'opener "I Bleed Rock & Roll" è un classico e veloce hard rocker semplice nella sua costruzione quanto efficace grazie al buon drumming di Dhani Manswhorth che guida le urlanti chitarre di Tagore Grey e Ben Brookland (quest'ultimo ha lasciato da poco la band), mentre le ruvide urla di Matt Jones toccano le corde più selvagge del nostro cuore. Insomma, un ottimo brano per aprire uno show o caricarsi di energia positiva. "Drop Like A Stone" possiede un alone più malvagio e pare nascere da un improbabile collaborazione fra gli SKid Row ed Alice Cooper. Un ritmo anfetaminico e un'atmosfera più cupa che mi hanno portato un pò di agitazione addosso, sensazioni dissipate totalmente da "Get The Party On", divertente brano che rievoca tanti temi cari agli anni ottanta e probabile frutto di una propria elaborazione del suono di Status Quo, Ac/Dc e Motley Crue. Portatevela appresso e suonatela ad alto volume quando avete bisogno di morale alto, funzionerà benissimo!<br />
La titletrack mostra la maturazione della band, un buon rocker dai toni più drammatici rispetto ai precedenti brani e una bella sintesi fra Ac/Dc, Thin Lizzy e Guns N Roses. Una chitarra e un'armonica da film western introduce "The Outlaw", e quando ci stiamo abituando ad una ballad ecco irrompere un ritmo aggressivo e rude debitore verso Guns N Roses e Skid Row con una formula abbondantemente rodata avendola rappresentata varie volte dal vivo.<br />
"Emergency" abbina una strofa secca in stile Ac/Dc (con un tocco di Judas Priest) ad un refrain melodico in manifesta chiave Def Leppard, mentre il combo australiano stradomina nel sostenuto mid tempo "She's Too Much" e nelle più veloci "Don't Look Down" e "World On Fire". "Cloud Around The Sun" abbassa il climax e si rivela un piacevole ballad con armonie vocali imparate da Lynyrd Skynyrd e The Sweet sottolineate da una musica semi-acustica che profuma di Cinderella variamente intrecciati agli UFO, mentre "What Is There To Say?" mi suona come un'attualizzazione dell'insegnamento di bands come Status Quo e Slade, quindi semplici, scorrevoli e accattivanti. "Unchain My World", dodicesima canzone, è il primo vero lento del cd, un quadretto per sole voci e chitarre acustiche, un rilassato quadretto prima dell'esplosivo finale assegnato a "Don't Get Mad Get Evil", ennesima prova di energia e sfrontatezza del quintetto.<br />
Non male come seconda prova per una band giovane che deve, inevitabilmente, confrontarsi coi mostri sacri del passato e con tanti fucili della critica puntati addosso pronti a non perdonare alcunchè anche se non hanno mai provato a comporre neppure mezza canzone per far addormentare i propri figli.<br />
Non posso spacciarvi di The Treatment per illuminati innovatori del classico suono hard rock, ma posso parlarvi di un combo divertente, trascinante e con la giusta attitudine cui bisogna dare il tempo necessario per formare un proprio sound ed un proprio stile. Sappiate che esiste anche una versione deluxe con un bonus cd contenente sette ulteriori canzoni, comprese le versioni acustiche della titletrack e di "I Bleed Rock & Roll".<br />
<br />
Matt Jones – voce<br />
Tagore Grey – chitarra<br />
Jake Pattinson – chitarra<br />
Rick 'Swoggle' Newman – basso<br />
Dhani Mansworth – batteria<br />
<br />
<a href="http://www.facebook.com/TheTreatmentOfficial" target="_blank">http://www.facebook.com/TheTreatmentOfficial</a><br />
<br />
ABe<br />
<br />
Cosa Funziona: l'attutidine, la grinta, la voglia di suonare<br />
Cosa Manca: esperienza compositiva e una maggiore dose di personalità propriaUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-45170964045726421612014-02-03T00:42:00.002-08:002014-02-03T00:42:51.778-08:00CHINA - We Are The Stars (2013)
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrNWUICtmmrHxdK7kOTFrRmSbNaxiPEIuZuC2K-fL3YLYn5Fej-_F7dDZAwZwWfi9UorD6d08IUK7LfrkDEkidOYoLudBataEUYPjVu5zwF7IWwrafhoxgZgGhCyMRwRJvRShgxl6GtQI/s1600/ChinaWeAreTheStars.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrNWUICtmmrHxdK7kOTFrRmSbNaxiPEIuZuC2K-fL3YLYn5Fej-_F7dDZAwZwWfi9UorD6d08IUK7LfrkDEkidOYoLudBataEUYPjVu5zwF7IWwrafhoxgZgGhCyMRwRJvRShgxl6GtQI/s1600/ChinaWeAreTheStars.jpg" /></a><span style="color: blue;">CHINA "We Are The Stars"
(Blue Martin Records) voto: 70/100</span></div>
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</div>
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Per Chi Ascolta: Hard Rock melodico
anni '80</div>
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</div>
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Uscito già da qualche settimane (ma da
poco acquistato), "We Are The Stars" è l'ultima fatica in
studio della band svizzera China, un album solare e allegro, ispirato
alle ariose e melodiche sonorità americane anni ottanta, una ventata
di allegria e positività che ogni tanto è necessaria e benvenuta, e
chissenefrega se ciò va a discapito dell'originalità.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le radici della band risalgono peraltro
alla fine degli anni '80 con l'omonimo debut-album pubblicato nel
1988 ed altri quattro rilasciati sino al 1995 (imperdibile "Sign
In The Sky" del 1989) quando "Natural Groove" tentò
di accodarsi al carrozzone grunge reclutando un nuovo cantante, ma
fallendo giustamente e miseramente nello scopo. Nel 2007 i China
tornano insieme e pubblicano tre anni dopo il discreto "Light Up
The Dark" capitanati nuovamente dal singer Eric St. Michaels e
sempre col chitarrista Claudio Matteo quale unico superstite
dell'originaria formazione.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul finire del 2013 esce "We Are The
Stars" contenente dieci brani splendidamente prodotti da Thommy
Henriksen (Alice Cooper) e Corey Todd Tayler (Slipknot, Stone Sour)
che permettono di godere appieno della vitalità e freschezza
espositiva della band che ci accoglie con la divertente e dinamica
"Crazy Like You", simpatico mix di Poison, Boston e Night
Ranger reso con suoni potenti e rotondi ed una verve di gran presa
come il refrain ruffiano, anthemico, scontato e irresistibile!!!
Anche se "That's A Lot Of Love" copia (a volte
spudoratamente come nella strofa, altre volte più subdolamente come
nel refrain) "Run To You" di Bryan Adams possiamo irritarci
o far finta di niente e goderci questa scarica di melodia ed energia,
senza dare troppa importanza all'inganno, mentre "Everywhere You
Are" è più leggera e con un tocco fra Nickleback ed ultimi Bon
Jovi e il suo testo è stato scritto da Corey Taylor degli Slipknot.
Molto da boy-band è il pop di "Uninvited" che è passata
senza lasciarmi alcuna traccia, mentre "Circles In The Sky"
si muove è indecisa fra ballad ipnotica e rock song. Fortunatamente
si torna al rock duro e disinvolto con "Kisses On Fire" le
cui sonorità riportano a qualcosa fra Angel, Boston, Firehouse e
Poison, ma almeno riesce a divertire, mentre "Breakdown" e
"Inside Out" puntano su toni più maturi e dagli
arrangiamenti più ricercati che portano "Remember My Name"
a diventare una ballad aperta quanto totalmente priva del benchè
minimo spunto proprio. Eccoci arrivati alla fine con la titletrack
che emana gioventù dai suoi brufolosi pori e convoglia in un'unico
brano Coldplay e Wig Wam.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Avrete capito come questi China siano
ben lontani da quelli che firmarono l'ottimo album "Sign In The
Sky", ma a parte alcune canzoni troppo 'mosce' o cartacarbonate
da famosi hits del passato, "We Are The Stars" riesce ad
offrire alcuni momenti di evasione e divertimento e proprio per
questo motivo li sottopongo anche alla vostra attenzione. Con le
dovute cautele appena citate, resterete soddisfatti di "WATS".</div>
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<br />
</div>
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<a href="http://www.chinamusic.ch/" target="_blank">http://www.chinamusic.ch/</a></div>
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ABe</div>
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</div>
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Massima allerta: Crazy Like You su
tutte, divertente e trascinante</div>
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Pelo Nell'Uovo: citare lavori altrui è
'pane quotidiano' di tanti artisti che, però, a volte cercano di
aggiungere qualcosa di proprio. Questo talora non si avverte in
alcune canzoni</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-84446546805980942612014-01-24T01:40:00.001-08:002014-01-24T01:40:41.050-08:00LOVER UNDER COVER - Into The Night (2014)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4aUZzP4XIns-NPpG2QzgN2Cm6-WA_P-Gc7WpDM2aW1Bz7p8Dam4-TghzEemOGarfeD1ORuENnohcKLeXRMUImcdW60p6rbemqGhUX0Yy-IhklxCeiaLEkI0ixV7o3W-J6rtehZo_Ir_Q/s1600/LoverUnderCoverITN.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4aUZzP4XIns-NPpG2QzgN2Cm6-WA_P-Gc7WpDM2aW1Bz7p8Dam4-TghzEemOGarfeD1ORuENnohcKLeXRMUImcdW60p6rbemqGhUX0Yy-IhklxCeiaLEkI0ixV7o3W-J6rtehZo_Ir_Q/s1600/LoverUnderCoverITN.jpg" /></a><span style="color: blue;">LOVER UNDER COVER "Into The Night" (Escape Music) voto: 80/100</span><br /><br />Per Chi Ascolta: Scandi Hard Rock e AOR/Hard Rock Americano<br /><br />Torna in pista con un nuovo scintillante album la band da Gothenburg (Svezia) che ha esordito nel 2012 col ben ricevuto "Set The Night On Fire". Mikael Erlandsson (vc, tast - Last Autumn's Dream, Heartbreak Radio, Radioactive, Salute, Northern Light, etc) e Mikael Carlsson (bs, ch, tats - Dogface) avevano gettato le basi di questo combo intorno al 1982 quando insieme militavano nei Rain, poi le loro strade si sono divise ed incrociate varie volte, ma almeno in questo progetto i due stanno andando alla grande e stanno deliziandoci con ottime composizioni di hard rock melodico a cavallo fra la scuola scandinava e quella americana.<br />Aiutati anche in questo cd da Martin Kronlund (ch - Dogface, Gypsy Rose, White Wolf, Salute, Overland) e da Perra Johnsson (bt - Coldspell), oltre che dall'ospite Ged Rylands (Ten, Hugo, Rage Of Angels) alle tastiere, i LUC sfornano un platter di undici brani tosti e melodici di qualità complessiva superiore al pur competitivo "STNOF".<br />
<a name='more'></a><br />"A Fight" è un'indovinata opener col suo ritmo sostenuto, il suo sbarramento di potenti melodie vocali ed una porzione strumentale che incalza l'ascoltatore, formula riproposta con risultati addirittura migliori nella successiva "Into The Shadows" sorretta da turgide tastiere e da un refrain che resta presto impresso nella mente.<br />"Miracle" guarda all'AOR americano e suona quasi come un Bon Jovi dei bei tempi, qualitativamente si diventa più mainstream guadagnando però in orecchiabilità ed immediatezza, mentre "Toy Soldiers" è la cover di un hit del 1988 della cantante pop Martika e ne mantiene lo spirito drammatico derivante dai testi che parlano di abuso di droghe. Tutto sommato non dispiace questa versione rock, ma si torna all'originario spirito della band con la dura ed epica "Crushing Stones" in pieno stile hard rock scandinavo. "Life Is Easy" si propone quasi come una versione hard rock degli Abba, considerata l'apparente semplicità delle linee vocali e strumentali, ma le sue atmosfere 'graziose' vengono dissolte dalla maschia e sleazy "Playboy No 7" di stampo anthemico e piuttosto stereotipata nel comparto songwriting, elementi presenti anche in "The Game Is On", ma almeno qua vi è maggiore ispirazione e tentativi di elaborare la canzone in maniera più personale.<br />"Fantasy Man", "Closer To The Truth" (che bel ritornello!!!) e la semi-ballad "No Place Like Home" chiudono la scaletta puntando sul lato più melodico e AOR della band che reinterpreta con gusto e competenza i dettami del genere.<br />Un buon disco impreziosito da ottime performances vocali di Erlandsson che dimostra di trovarsi meglio con questo progetto rispetto alle ultimissime prove dei Last Autumn's Dream, ma penso che i LUC possano far ancor meglio, le potenzialità vi sono tutte. Resta comunque una raccolta di canzoni di valore che meritano la raccomandazione all'acquisto.<br /><br /><a href="http://www.loverundercovertheband.com/" target="_blank">http://www.loverundercovertheband.com/</a><br /><a href="http://www.escape-music.com/" target="_blank">http://www.escape-music.com/</a><br /><br />ABe<br /><br />Massima Allerta: Into The Night e No Place Like Home su tutte<br />Pelo Nell'Uovo: alcune (rare) cadute nella mediocrità e nella ripetitività di schemi ben collaudati in decine di precedenti dischi<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4833449486504660715.post-20394206406766381622014-01-23T08:33:00.002-08:002014-01-23T08:33:34.818-08:00BERGGREN KERSLAKE BAND - The Sun Has Gone Hazy (2013)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsaQOUUiZqhULlmc7D6pudIGnVq5KDdEIRdk0ijUlWxSftuTd-7b8Hn3sQDrB2d_3ohH-HLVHLHKuJtzmgziFxjoVXhUm3OZYmA0VqNbQTku2qiffKpiWPpFca8DS7rVUcLokRsic5m9Y/s1600/BKBTheSun.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsaQOUUiZqhULlmc7D6pudIGnVq5KDdEIRdk0ijUlWxSftuTd-7b8Hn3sQDrB2d_3ohH-HLVHLHKuJtzmgziFxjoVXhUm3OZYmA0VqNbQTku2qiffKpiWPpFca8DS7rVUcLokRsic5m9Y/s1600/BKBTheSun.jpg" /></a><span style="color: blue;">BERGGREN KERSLAKE BAND "The Sun Has Gone Hazy" (AOR Heaven) voto: 85/100</span><br />
<br />
Per Chi Ascolta: Classic Hard Rock Blues anni settanta, Led Zeppelin, Whitesnake, The Who, Black Sabbath, Uriah Heep<br />
<br />
Succede nel 2005 che il cantante Stefan Berggren (M3, Company Of Snakes, Razorback, etc) conosce il leggendario batterista Lee Kerslake (The Gods, Toe Fat, Uriah Heep, Ozzy, David Byron, Living Loud) a Friedrichshafen (sud della Germania) ad un concerto che vede M3 ed Uriah Heep dividere il palco. Nel corso degli anni successivi sporadiche occasioni di collaborazioni portano i due a tentare una nuova avventura insieme e così nasce la BKB, completata da Tomas Thorberg (bs - Snakes In Paradise, Michael Schenker, John Norum) e da Joakim Svalberg (Opeth, Malmsteen) ad organo e moog.<br />
La musica che esce da "The Sun Has Gone Hazy" è incredibilmente ricca di pathos e feeling, concentrata a riproporre il tipico sound del classic rock anni settanta che, come era tipico del decennio, non si pone particolari limiti stilistici se non quello di trasmettere sensazioni ed energia che durino qualcosa di più del mese successivo all'uscita del disco.<br />
<a name='more'></a><br />
"Walk Talk" è una splendida canzone vibrante di rock e blues trasudante Bad Company e dei loro migliori epigoni (Whitesnake), calda, vibrante e ammantata da intriganti parti vocali. Come suggerito dal titolo, "Super Sonic Dream" è un veloce hard rock scandito dall'indomita batteria di Kerslake (classe 1947) che cita Black Sabbath e Uriah Heep senza mai perdere di identità e ci coinvolge nel suo vorticoso ritmo e riffing con tanto di stacchetto dark sottolineato da un perfido Hammond. "My My" parte con chitarra acustica e voce, subito interrotti da una rullata di batteria che fa partire una bucolica semi-ballad che non può non richiamare alla mente i Led Zeppelin col 'guest musician' John Lord all'Hammond, e mi piacciono quei continui cambi fra accordi maggiori e minori che talora spiazzano al primo ascolto, ma diventano premianti alla lunga.<br />
La titletrack torna a scaldare l'atmosfera con un mid-tempo duro e torrido, hard rock e blues britannico fusi insieme come nella migliore tradizione anni settanta, mentre l'ariosa "Free" dà modo a Berggren di estendere il proprio timbro vocale sulle note più acute concessegli, anche se facendo questo la sua voce perde qualcosa in calore cui sopperisce l'inconfondibile suono del mellotron suonato da Lee ed un arrangiamento corale e strumentale di struggente bellezza. Ancora hard rock blues albionico nella notturna "Fools Asleep", una di quelle canzoni che servono a riempire un cd senza comunque perdere in qualità come capita con "As Time Goes By", romantica e malinconica ballad che profuma di Rod Stewart e Rolling Stones oltre degli immancabili Whitesnake ante 1980, e anche se non è la più bella od originale canzone del lotto, non vi annoierete al suo ascolto, anzi, un tocco di grazia arriverà dritto al cuore e all'anima.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ2ElvbYpBk0-xtTpJ8onfJ1LLctPADvkuv9mqLBxS9AEDkhOcH2xECSotz6VozDD0FcqHBQcxdC3YBUCyIl_x_kdXOSqEtKEwLcyJN2qoVbccxXC_VKlLstjs510zUJJzrGfpiyvG8l4/s1600/DSC_2764.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ2ElvbYpBk0-xtTpJ8onfJ1LLctPADvkuv9mqLBxS9AEDkhOcH2xECSotz6VozDD0FcqHBQcxdC3YBUCyIl_x_kdXOSqEtKEwLcyJN2qoVbccxXC_VKlLstjs510zUJJzrGfpiyvG8l4/s1600/DSC_2764.jpg" height="213" width="320" /></a>Da un brano intitolato "Rock N' Roll Gangsta" non ci si può aspettare che del rock cattivo e ruvido e così è, con le tastiere a dettare legge insieme ad una viziosa chitarra da club fumosi e malfrequentati. La più sbarazzina "Back On The Road Again" apre uno squarcio di solarità gioiosa grazie anche ad un groove più lieve e spensierato, ed ancora una volta i sentimenti sono chiamati in causa dalla conclusiva "Born Again", intensa semi-ballad rock dal finale alla Boston (i primi) composta, arrangiata ed eseguita con pregevole maestrìa, che ci saluta con la nostra speranza che la BKB possa tornare in un prossimo futuro a deliziarci ancora con la grande classe riconosciuta a Lee e Stefan.<br />
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<a href="http://www.stefanberggren.com/" target="_blank">http://www.stefanberggren.com/</a><br />
<a href="http://www.facebook.com/pages/BKB-Berggren-Kerslake-Band/172767819542504" target="_blank">http://www.facebook.com/pages/BKB-Berggren-Kerslake-Band/172767819542504</a><br />
<a href="http://aorheaven.com/" target="_blank">http://aorheaven.com/</a><br />
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ABe<br />
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Massima Allerta: otto brani su dieci sono splendidi, anche se non il massimo dell'originalità<br />
Pelo Nell'Uovo: Fools Asleep e As Time Goes ByUnknownnoreply@blogger.com0