Per Chi Ascolta: Heavy Metal, Saxon
Tendenzialmente sono diffidente dinanzi
a compilation/unplugged/etc, specie quando l'artista in questione ha
già pubblicato alcune di queste opere nel corso della sua carriera,
ma in questo caso ammetto l'errore di 'prevenzione' poichè Biff
Byford (vc), Paul Quinn (ch), Nigel Glockler (bt), Nibbs Carter (bs)
e Doug Scarratt (ch) hanno scelto quattordici brani della loro lunga
carriera e li hanno ri-arrangiati, modificati e ri-registrati (anche
con l'ausilio di un'orchestra) e data nuova vita, conferendo così al
presente cd una sua buona ragione di esistenza autonoma e di acquisto
anche per i fans che già possiedono i lavori dei Saxon.
La presenza di Andy Sneap (Megadeth,
Accept, etc) nelle fasi di registrazione, mixaggio e masterizzazione
garantisce un'eccellente resa sonora qualunque sia l'aspetto musicale
toccato dalla band che, a dispetto del titolo, presenta solo quattro
canzoni in chiave acustica, ovvero "Frozen Rainbow", "Iron
Wheels" (catturata dal vivo), "Requiem" e "Coming
Home".
Oltre a "Frozen Rainbow",
l'omonimo esordio dei Saxon viene celebrato con una devastante
versione remixata di "Stallions Of The Highway" e con
"Militia Guard" che ancor oggi brillano di luce propria
seppur risentano inevitabilmente di un modello compositivo 'vecchia
scuola'.
Le versioni orchestrali di "Crusader",
"The Eagle Has Landed", "Red Star Falling",
"Broken Heroes" e "Call To Arms" suonano ancor
più suggestive ed epiche rispetto a quanto siamo abituati ad
ascoltare, con archi e fiati che allargano gli orizzonti sonori
elevando il tasso qualitativo complessivo.
"Forever Free" e "Just
Let Me Rock" sono state ri-registrate, mantenendo intatta la
grinta e la passione della band cui il potente suono odierno aggiunge
brillantezza e corposità, mentre "Battle Cry" viene
arricchita da muscolose ed estese aggiunte.
Qua finisce la recensione del
promo-album, ma sappiate che di "Unplugged And Strung Up"
esiste anche una versione col bonus disc "Heavy Metal Thunder",
raccolta già pubblicata nel 2002 che racchiude altre tredici brani.
Operazione non superflua con spunti
divertenti ed interessanti che celebra in maniera un pò peculiare il
lungo percorso di Byford e soci.
ABe
Massima Allerta: mi hanno intrigato in
particolare le versioni orchestrali
Pelo Nell'Uovo: i puristi troveranno
comunque modo di lamentarsi (non è il mio caso)
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