F.E.A.S.T. "Strong, Wild And Free" (Avenue Of Allies / Frontiers) voto: 75
Per chi ascolta: Hard Rock anni ottanta, Dokken, Y&T, etc
Nei due anni intercorsi dal precedente debut album "Rise", il leader dei F.E.A.S.T. Fabri Kiareli (vc, ch) è stato impegnato nel promuovere il disco con oltre cento concerti nel Nord Italia e in due progetti legati a nomi storici del panorama prog rock nostrano, ovvero i tributi a The Trip e UT. Ora Fabri torna con undici nuove composizioni più la cover di "Dancing To The Rhythm"
scritta da Stevie Wonder.
La band suona un vigoroso heavy rock anglo-americano senza risparmiare sè stesso e neppure i fidati Luke Ballabio (ch), Angel Perini (bs) e Mao Granata (bt), come esplicato sin dall'incalzante opener "Strong, Wild And Free" che alle mie orecchie suona come se i Blue Murder avessero assoldato un Ray Gillen (Black Sabbath, Badlands) più afono al microfono, per un risultato finale cui un ritmo meno serrato nel refrain avrebbe dato (a mio sindacalissimo parere) maggior efficacia, e sempre su coordinate gravitanti intorno ai Whitesnake post "1987" si colloca "Pleasure And Pain", con Fabri intento ad evocare lo stile vocale di Coverdale, e sempre nell'hard rock melodico fine anni ottanta si muove la più heavy "Heart And Soul" che prende in prestito gli stili di Dokken e Y&T, mentre "Rock 'n' Roll Flame" un pò a (mia) sorpresa vira verso l'AOR più muscoloso con qualche riferimento ai Giant ed un refrain in puro 'arena style'.
Un pò di omaggi piuttosto evidenti a bands famose non mancano e li ritrovo soprattutto in "Hard Rocking Man", che mescola il semplice quanto efficace riffing degli Ac/Dc con l'istintiva anthemicità degli Y&T, e "Tell Me You're Ready", affine al classico songwriting di UFO e MSG, inserendo in mezzo le sonorità più easy dell'orecchiabile "Gonna Fly".
"It's Not The Same" è una delle migliori e più riuscite canzoni del lotto, buon class metal di stampo americano impreziosito da un refrain di grande presa, mentre non mi ha convinto l'urgenza di "How Long" che finisce col penalizzare un buon impianto melodico. Dopo tanta foga arriva "A Million Years", delicato lento melodico con pianoforte e tastiere a dare un grosso contributo alla buona riuscita del brano che osserva tutti gli standards richiesti da questo tipo di brano.
Ben riuscita l'interpretazione in chiave hard rock della citata "Dancing To The Rhythm" di Stevie Wonder e mi sento di premiare l'insolita scelta per una cover, così come i F.E.A.S.T. se la cavano egregiamente cogli otto minuti di "Children Of Beslan", prog-metal reminescente dei Savatage.
Concludendo, "SWAF" è un lavoro tutto sommato piacevole anche se il tiro (a mio modestissimo parere) non è sempre ben calibrato e troppe sono le citazioni di altri artisti. Pregevole la prestazione strumentale e vocale della band, per cui mi sento di pretendere qualcosa di più da questi rockers nostrani. (ABe)
Massima allerta: "It's Not The Same" su tutte
Pelo Nell'Uovo: c'è ancora da lavorare sulla personalità e sul giusto tiro di alcune canzoni ("How Long", ad esempio)
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