Per Chi Ascolta: Hard Rock, Winger,
Ratt, Warrent, Firehouse, Pink Cream 69, Tyketto, Black 'n' Blue
Formati nel 1999 a Bologna dal
chitarrista Stefano Peresson (ex Danger Zone) insieme a Carlo
Bevilacqua (ch) e assunto il monicker storpiandolo dall'illustre
Guglielmo Marconi, i Markonee hanno sinora pubblicato gli albums "The
Spirit Of Radio" (2006), un concept sull'invenzione della radio,
e "See The Thunder" (2009), mixato e masterizzato dal
famoso Beau Hill (Alice Cooper, Europe, Ratt, Winger). Dopo aver
suonato in Europa e nel Regno Unito per promuovere "STT"
aprendo per bands quali Winger, Gotthard, White Lion, The Sweet,
Molly Hatchet, Tyketto, Soul Doctor, Y&T, L.A. Guns e House Of
Shakira, la band è tornata in studio a preparare il nuovo cd, che
consta di dodici brani energici e vibranti realizzati sotto la guida
di Roberto Priori (Danger Zone, Wheels Of Fire), vede l'esordio al
microfono del veneto Alessio Trapella (reclutato nel 2011) che prend
il posto di Emiliano Gurioli e Gabriele Gozzi (Second Sight, Skill In
Veins) che cantarono rispettivamente nei primi due capitoli dei
Markonee.
L'opener "Native European" è
a dir poco incendiaria, un brano che da anni la band esegue dal vivo
e che mixa abilmente spunti class metal con arie da NWOBHM, diretto,
con chitarre e voci tirate a lustro, un buon refrain accattivante ed
un fiammante assolo che mi ha ricordato Steve Lynch degli Autograph.
Si prosegue con "I Say No (To The V Words)", fra Ratt e
Winger, trascinante hard rocker con uno scatentato Trapella ed una
band che si diverte ad eseguire un brano che dal vivo troverà la sua
dimensione più naturale. La title-track ha un tempo più cadenzato
senza perdere in energia espressiva, un buon esempio di hard rock
americano della seconda metà anni ottanta, con tracce di Heaven's
Edge e Winger nel suo DNA, mentre la divertente "Piper Sniper"
mi sembra meno ispirata e più scontata rispetto al restante
repertorio, ma funge egregiamente da filler.
Tradizione vuole che a questo punto ci
si conceda una pausa ed i Markonee ci accontentano con la soave
"Never Ever Loved Me", arricchita dal piano di Michele
Luppi (Los Angeles, Vision Divine, Secret Sphere), dalla viola di
Alessandro Cosentino e da Germano Giusti che esegue l'assolo di
tromba, il tutto in un coinvolgente crescendo di emozioni e intensità
espressiva, atmosfere subito spezzate dal pesantissimo riff di "Snake
Charmed", mid-tempo di scuola americana e di buona fattura
seppur non originalissima, e dalla più veloce "Angel, She Kept
Me Alive". In "Big Blue Iceberg" discrete tastiere
accompagnano alcuni momenti dell'esecuzione che ha il suo punto di
forza nel refrain corale ed anthemico, anche in questo caso un buon
filler, mentre "Rock City" è un inno alla propria città
natale ben sostenuto dal drumming di Ivano Zanotti e dal pulsante
basso di Luigi "JJ" Frati, ma a queste preferisco "Shaken
'n' Stirred", torrida miscela di hard rock e blues che offre una
diversa e sempre piacevole chiave di lettura della band, un episodio
la cui porzione solista concede la possibilità di lunghe divagazioni
ed improvvisazioni dal vivo.
Con "It's 25, Beth!" si torna
all'hard rock più solare ed accattivante sostenuto da un songwriting
solido e competente, il tutto eseguito con grande passione e
professionalità, e mi sono piaciuti i tenui (ed involontari?)
richiami ai Magnum di "On A Storyteller's Night" nella
strofa, mentre il refrain è un classico del genere con Trapella che
lancia la propria ugola sulle ottave più alte. La chiusura è
affidata a "J.E.S.U.S.", introdotta da una sorta di coro da
cheerleaders (ma con voci maschili) che sfocia in un bollente riff di
cromato hard rock che mi ricorda la vena allegra dei Night Ranger con
qualche steroide in più.
Un buonissimo album della scuola hard
rock italiana che inevitabilmente richiama i maestri d'oltralpe, ma
che sa farsi valere e dovrà necessariamente raccogliere i meritati
frutti, quindi anche noi facciamo la nostra parte e mettiamo da parte
i soldini necessari a comprare questo disco.
ABe
Massima Allerta: la prestazione della
band su tutto
Pelo Nell'Uovo: qualche filler che alla
fine non disturbano e non penalizzano la band
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