Per Chi Ascolta: Buon Hard Rock, The
Quireboys, Little Angel, The Darkness, Aerosmith
Quartetto inglese nato nel 2010, i The
Burning Crows hanno esordito lo scorso anno con l'EP "Never Had
It So Good" nel quale figurava Keith Weir (The Quireboys) come
ospite e da quel momento la band ha tenuto concerti nel Regno Unito
ed in Irlanda, si è vista riservare uno slot al Hard Rock Hell ed è
stata in tour coi Quireboys, oltre ad aver ottenuto nominations
all'Exposure Music Awards nelle categorie "Best Live Band"
e "Best Rock song" sia nel 2010 che nel 2011.
Con queste credenziali ed avendo
raccolto i fondi necessari a registrare il loro primo vero
full-lenght album, i quattro rockers si presentano al mondo con
"Behind The Veil" prodotto da Nick Brine (The Darkness,
Bruce Springsteen, Oasis, etc), un'ora quasi di rock energico
spalmato su dodici canzoni e due bonus tracks, un progetto ambizioso
per una giovane band che si dimostra sicura dei propri mezzi e delle
proprie potenzialità. Ovviamente non siamo dinanzi a quattordici
capolavori, nella quantità qualche filler emerge, ma la qualità non
scende mai al di sotto di un livello che per altre bands
significherebbe il loro apice compositivo.
Prendendo il meglio dell'hard rock
albionico e fondendolo con l'omologo classico suono americano di fine
anni ottanta, senza dimenticare una spruzzata di blues, i The Burning
Crows riescono a intrattenere l'ascoltatore e a coinvolgerlo con la
loro genuina carica giovanile.
Il disco parte benissimo con "High"
e "All The Way", esplosivi esempi di melodia ed energia
virale, con "You, Me, Tonight" che offre una versione più
veloce e cattiva dei Quireboys con un'abbondante spruzzata del glam
rock losangelino fine anni ottanta, insomma, divertimento e
coinvolgimento assicurati! La power-ballad "Time" propone
una propria versione del Bon Jovi solista di "Blaze Of Glory"
senza citare alcunchè di costui. Fra le poco incisive "Fallin"
e "Say My Name" (a dispetto dell'energia profusa), troviamo
la rabbiosa "So Wrong" e nella piacevole ballata "Here
I Am", finemente arrangiata con tanto di archi e cori. Di buon
livello anche la stradaiola "The Queen", l'aggressiva
titletrack che trasuda The Darkness (senza le istrioniche
disgressioni vocali di questi) e Motley Crue.
Le due bonus tracks "Going Down"
e "Best Damn Everything" mostrano il lato più metallico
della band e per una volta non si dimostrano superflue canzoni
riempi-disco e basta.
Davvero un applauso meritato a Whippz
(vc, ch), Lance Daniels (ch), Will Lockett (bs) e Chris Chapman (bt)
per il lavoro svolto, la passione e le energie profuse senza
risparmio, elementi che ben fanno intuire le potenzialità dal vivo
del quartetto e le motivazioni dietro alle nominations di cui ho
parlato sopra. Sono giovani, hanno entusiasmo, sapranno sicuramente
progredire e lasciarsi alle spalle gli spunti derivativi che
inevitabilmente caratterizzano gli artisti, soprattutto agli esordi.
ABe
Cosa Funziona: l'energia e l'entusiasmo
Da Migliorare: la personalità, ma c'è
tempo per questo
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