Per Chi Ascolta: Hard Rock britannico,
Rainbow, Deep Purple, Whitesnake, Bad Company
I La Paz nacquero nel Lanarkshire,
Scozia, nell'estate del 1984 per iniziativa di Chic McSherry (cg),
Doogie White (vc) e Alex Carmichael (bs), tre musicitsti influenzati
dagli stessi eroi (Deep Purple, Rainbow, Journey, Gary Moore) che
subito si misero alla ricerca di altri compagni di viaggio,
incontrando Andy Mason (tast) e, dopo svariati tentativi, trovarono
in Paul McManus il batterista giusto. L'attività live dei La Paz fu
subito molto intensa, arrivando a suonare anche al famosoMarquee Club di Londra e ad alcuni
festivals a Milton Keynes, oltre ad essere ospiti assidui delle
colonne di Kerrang! grazie anche all'interesse dimostrato per loro da
Derek Oliver. Arrivati ad un passo dalla firma con un'etichetta
discografica, la band non resse al rifiuto dell'ultimo minuto senza
ricevere alcuna motivazione e il 15 ottobre 1998 tennero l'ultimo
concerto, dopo il quale Doogie si unì ai Midnite Blue, quindi fece
il salto di categoria cantando per i Rainbow di Ritchie Blackmore,
per Cornerstone, Yngwie Malmsteen ed ultimamente per i Tank. Quando
il famoso dj Tom Russell di 96.3 Rock Radio invitò Doogie per
alcuni brani acustici al The Garage di Glasgo
w per la festa di
compleanno di Rock Radio nel gennaio 2008, Doogie accettò chiedendo
a Chic di suonare la chitarra, evento grazie al quale scoccò
nuovamente la scintilla che ridiede vita ai La Paz che si riformarono
e registratono alcuni brani dei loro sets che non avevano avuto
un'adeguata produzione ed ecco nascere "Granite",
pubblicato lo scorso anno, un album che aveva le radici nel passato,
mal'energia del presente.
Quasi un anno e mezzo dopo ecco uscire
"The Dark And The Light", un solido e godibilissimo album
di hard rock 'vecchia scuola' recitato col vigore e la potenza delle
tecnologie attuali che professa lo stesso credo degli Heaven &
Earth di Stuart Smith e col recente "Dig" di questi ultimi
ha in comune passione ed entusiasmo che rende accattivanti e genuini
i brani presentati.
"Little Black Book Of Songs"
è un'ottimo inizio con quel riff alla Rainbow del periodo post
Bonnet ed un ritornello maschio, e si prosegue altrettanto bene con
"Don't Drink With The Devil" di chiara matrice Deep Purple
era "Stormbringer" dal refrain trascinante grazie alla
virile ugola di Doogie (ma perchè si mette qua a imitare Glenn
Hughes?), all'incessante lavoro ritmoco di McManus e Carmichael, ai
tappetoni di tastiere ed Hammond di Mason e alla vibrante chitarra di
McSherry,
energia allo stato puro catturata come
se la band fosse su un palco dinanzi ad un pubblico adorante.
"Old Habits Die Hard" è un
piccolo rock & roller dal ritmo più vivace e fortemente
impregnato di Free e Bad Company come i Whitesnake re-interpretavano
in albums come "Slide It In": divertente da ascoltare e per
dimenarsi liberando un pò di tossine. Se "Burlesque" fosse
cantata da Anastacia (ad esempio) parleremmo di brano sensuale adatto
ad un bar fumoso, coi fiati a corroborare una struttura più blues,
comunque anche in questo episodio Doogie non manca di
omaggiare/imitare il timbro e lo stile di Glenn Hughes,
mentre per la più orecchiabile e 'morbida' "The Good Old Days"
i La Paz tornano sulle citate orme dei Whitesnake. In definitiva due
discreti fillers cui la band decide di rimediare dapprima con la
breve "De La Luz" in cui i turgidi ripieni di un organo da
chiesa creano un'ottima intoduzione all'epico heavy rock di "Devil
In Disguise" che torna a citare la maestosità dei Rainbow,
questa volta del periodo con RJ Dio, ed anche McSherry si fa
contagiare e si lancia in un grande assolo di marca blackmoriana.
"Lonely Are The Brave" è una
decente semi-ballad di hard blues che non manca di citare la Bad
Company e trova l'apice in una incendiaria porzione solista. La band
mantiene il range di influenze all'interno dell'isola britannica e
per "Shadows Of Romance" vengono scomodati i Mott The
Hoople di Ian Hunter, con tanto di assolo di sax per rendere ancor
più varia la proposta, ma "Sweet Little Mistreated"
riporta il discorso sull'originario percorso hard rock senza
scomodare alcun brano che conoscete con lo stesso titolo. Le prime
battute di "Men Of War" fanno respirare aria di Highlands
per lasciare spazio ad epici e rocciosi riffs sempre di marca Rainbow
anni settanta, ma i suoi sei minuti e mezzo di durata scorrono senza
annoiare l'ascolto, merito di una maiuscola prova di insieme dei La
Paz che la sfumano nella conclusiva "The Fallen", breve
strumentale che ci congeda con sonorità scozzesi.
In definitiva un buon album,
qualitativamente non all'altezza di "Dig" degli Heaven &
Earth, ma se volete godervi del sano hard rock fatto come si deve,
non trascurate questo cd che, data l'età media dei musicisti intorno
ai 50 anni, non può che essere figlia delle loro influenze ed
esperienze.
Due curiosità finali: la scaletta non
prevede il brano numero 3 (si salta dal due al quattro) su richiesta
di White e McSherry (scaramanzia?), ma la label nelle successive
stampe dovrebbe eliminare tale divertente scelta; Doogie White è
attualmente al lavoro con Michael Schenker per il prossimo album del
chitarrista tedesco.
ABe
Massima Allerta: faccio prima a dire
cosa non va
Pelo Nell'Uovo: brutta copertina,
alcuni episodi sotto-tono nella porzione centrale (Burlesque e Lonely
Are The Brave in particolare)
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