Per Chi Ascolta: Newman, hard rock
melodico anni ottanta
Dall'esordio omonimo nel lontano 1997,
la band inglese capitanata dal cantante/chitarrista/compositore Steve
Newman ha sempre saputo offrire buoni dischi, mai deludendo chi si
accostava alla loro proposta, ma, per imprescrutabili meccanismi del
music biz e dell'audience, i Newman non sono mai riusciti ad ottenere
i riscontri di vendite e fama che meritavano e continuano a meritarsi
anche col nuovo album registrato con l'ausilio del fido batterista
Rob McEwen e con altri ospiti che menzionerò al momento opportuno.
Steve parte subito badando al sodo con
"Scar Of Love", solido e affilato hard rocker che fila
veloce mantenendo la giusta attenzione sul lato melodico che sfocia
in un buon refrain, orecchiabile senza essere ruffiano, e seppur "Had
Enough" rallenta un pò il passo, la sua bella combinazione fra
hair metal americano (tipo Winger) e hard rock inglese tipico dello
stesso Newman riesce a non far calare l'attenzione e fa guadagnare
alla canzone un posto fisso nella mia playlist da viaggio estiva. La
successiva "Arcadia" è un buon brano che trae qualche
spunto dai Def Leppard di "Hysteria" (l'album) e lo
arricchisce di afflati semi-pomposi alla Magnum, restando tuttavia
nel tradizionale solco del songwriting di Steve Newman, melodia e
romanticismo con nerbo insomma.
"Another Bitch Of A Night"
torna sulla orme della precedente "Had Enough", ma questa
volta l'attenzione è posata in particolare sui Whitesnake da "1987"
in poi, caratteristica evidenziata da un cantato che richiama
l'impostazione di Coverdale e da certe soluzioni compositive che non
faticherete a riconoscere. Non fatevi ingannare dai primi vellutati
secondi di "Feel Her Again" perchè si parte subito dopo
con un riff energico incalzato dal drumming di McEwen, per ospitare
l'assolo dell'ospite Robert Säll (Work Of Art, W.E.T.), ciliegina
sulla torta di un buon brano melodico quanto basta a farsi piacere
dai fans di W.E.T. e Harem Scarem.
Dopo tanta grazia, la sostenuta "Some
Kind Of Wonderful" si colloca un buon gradino e mezzo sotto il
materiale che l'ha preceduto nonostante il contributo in fase
compositiva e dei cori di Pete Newdeck (Eden’s Curse, Tainted
Nation), ma fortunatamente ci pensa la titletrack a riportare in alto
il livello dell'album con quelle sue strutture armoniche derivate da
Bad Habit e non solo. Brano ovviamente derivativo, ma ben eseguito e
che riesce nell'intento di intrattenere.
"When It Comes To Love" è
una gran bella power-ballad dalle tinte umorali, composta insieme
all'amico di vecchia data Nick Workman (Vega, Kick) e con l'assolo ad
opera di Shaun Bessant. I sei minuti di "Crossfire"
scorrono piuttosto bene nell'alternanza fra passaggi più tranquilli
ed altri nei quali la tensione sale, un mix che un talentuoso e
dotato artista come Steve Newman maneggia con abilità. Su "Waiting
For The Day", anch'essa scritta insieme a Pete Newdeck, possiamo
ascoltare del tradizionale hard rock melodico con qualche punta di
Dare trattati cogli steroidi.
"The Foolish One" è l'altra
power-ballad del cd, piacevole quanto nel complesso lievemente
inferiore a "When It Comes To Love", mentre le ultime note
spettano a "Don't Know Why", potente AOR penalizzato da una
certa confusione in sede compositiva (questa l'impressione che ne ho
tratto), capace comunque di non distruggere quanto di buono sinora
datoci in ascolto.
Mi auguro davvero che questa volta
Steve Newman riesca ad ottenere più che soddisfacenti numeri di
vendite. Se siete già fra i fortunati possessori di altri dischi di
Newman saprete già di non restare delusi da "Siren", ma se
ancora non avete nulla, non siate timorosi e prendetevi questo bel
prodotto di hard rock/AOR anni ottanta dai suoni attualissimi.
ABe
Massima Allerta: Had Enough, When It
Comes To Love, Feel Her Again
Pelo Nell'Uovo: una tracklist con un
paio di brani in meno (Don't Know Why e Some Kind Of Wonderful, ad
esempio) sarebbe stata inattaccabile
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