DAVID REECE "Compromise" (AOR Heaven) voto: 70/100
Per Chi Ascolta: Heavy Rock
Il nome di David Reece è ben noto alla stragrande maggioranza di voi, avendo egli prestato la propria ugola ad Accept, Bangalore Choir, Sacred Child, Sircle Of Silence e Stream, prendendosi poi una pausa per disintossicarsi dalle delusioni del music biz e dedicarsi ad altri suoi progetti. Nel 2008 torna sulle scene con "Another World" insieme ai Gypsy Rose, esordendo da solista l'anno successivo con "Universal Language", per essere quindi parte nel 2010 alla rinascita dei Bangalore Choice e al loro nuovo cd "Cadence". Nel 2011 unisce le proprie forze a Martin Kronlund (Gypsy Rose) e pubblica un album intitolato semplicemente "Reece Kronlund" e l'anno scorso rieccolo in studio per il terzo album dei Bangalore Choir intitolato "Metaphor" e "Identity Crisis" dei Tango Down. A fine ottobre del 2013 esce la seconda prova solista di David che lo vede aiutato da Ronnie Parkes (bs - 7 Witches), Jack Frost (ch - 7 Witches, Savatage, Metalium), Paul Morris (tast - Rainbow, Doro, Jurgen Blackmore) e i special guests guitarists Christian Tolle e Andy Susemihl, col missaggio affidato a Joey Vera (Armoured Saint) e Martin Kronlund.
ONLY FROM ITALIAN INTO ENGLISH. please
venerdì 25 ottobre 2013
SWEDISH HITZ GOES METAL - Swedish Hitz Goes Metal Vol. 2 (2013)
SWEDISH HITZ GOES METAL "Swedish
Hitz Goes Metal Vol. 2" (Liljegren Records/Doolittle Group)
voto: 60/100
Per Chi Ascolta: Metal covers di
successi in Svezia
La mente dietro il progetto Swedish
Hitz Goes Metal è Tommy ReinXeed (ReinXeed, Golden Resurrection) la
cui idea di per sè non è particolarmente innovativa, ovvero quella
di trasporre noti hits di altri artisti in un diverso genere che in
questo caso si tratta di un tirato heavy/power metal. Il primo
volume, pubblicato nel 2011, aveva il focus su Abba, Roxette ed Ace
Of Base ed ottenne buoni riscontri in Svezia ed in Giappone, così si
è ovviamente cercato di battere il ferro caldo e rilasciare un
secondo volume nel quale, oltre ai soliti ed inevitabili Abba
tributati nei 7/12 dei brani, vengono ripresi brani che hanno avuto
successo in Svezia di Robyn, Da Buzz, Meja, Loreen e The Cardigans.
Non avendo ascoltato il primo volume,
non posso fare confronti con esso, comunque penso di poter affermare
con serenità che i risultati non si discostano da tante altre
esperienze fatte in passato da altri artisti, quindi risultati
alterni con momenti divertenti alternati ad altri più irritanti, in
particolare quando le canzoni scelte non sono fra le più adatte ad
essere rivestite da una patina hard rock/heavy metal ("All Bout
The Money", "Don't Stop The Music") o quando il
trattamento avviene con metodi errati ("One Of Us", "Take
A Chance On Me", "Tiger").
mercoledì 23 ottobre 2013
TRAGIK - Hunger (2013)
TRAGIK "Hunger" (Phil Vincent) voto: 80/100
Per Chi Ascolta: Melodic Hard Rock
Come anticipato in occasione della recensione dei Legion, eccomi ad occuparmi del nuovissimo album dei Tragik, ennesimo progetto portato avanti dall'americano Phil Vincent che in questa sua creatura si occupa di voce, chitarre, tastiere e basso, con l'aiuto di Damian D’Ercole (ch - D'Ercole), Dirk Phillips (bt) e degli ospiti chitarristi Vince O'Regan (Legion), David Zychek e William Roux.
"Giving Up" è una grintosa opener con un refrain piuttosto catchy e lunghi assoli di chitarra (O'Regan) che si estrinseca in un songwriting vecchia scuola, ma con un piglio più modern ed il risultato è molto coinvolgente. Non fatevi ingannare dalle tastiere simil-pop che introducono "Don't Say A Word", perchè il corpo è costituito da un sano e tradizionale hard rock melodico che esplode in un virile ritornello. L'uptempo "Look At Yourself" inserisce nel contesto melodic hard rock un certo tasso pomp/progressive rock (merito in particolare delle tastiere) che rende più ampio lo spettro sonoro cui Phil si rivolge per spiegare il proprio talento compositivo.
Per Chi Ascolta: Melodic Hard Rock
Come anticipato in occasione della recensione dei Legion, eccomi ad occuparmi del nuovissimo album dei Tragik, ennesimo progetto portato avanti dall'americano Phil Vincent che in questa sua creatura si occupa di voce, chitarre, tastiere e basso, con l'aiuto di Damian D’Ercole (ch - D'Ercole), Dirk Phillips (bt) e degli ospiti chitarristi Vince O'Regan (Legion), David Zychek e William Roux.
"Giving Up" è una grintosa opener con un refrain piuttosto catchy e lunghi assoli di chitarra (O'Regan) che si estrinseca in un songwriting vecchia scuola, ma con un piglio più modern ed il risultato è molto coinvolgente. Non fatevi ingannare dalle tastiere simil-pop che introducono "Don't Say A Word", perchè il corpo è costituito da un sano e tradizionale hard rock melodico che esplode in un virile ritornello. L'uptempo "Look At Yourself" inserisce nel contesto melodic hard rock un certo tasso pomp/progressive rock (merito in particolare delle tastiere) che rende più ampio lo spettro sonoro cui Phil si rivolge per spiegare il proprio talento compositivo.
SIDEBURN - Electrify (2013)
SIDEBURN "Electrify" (AOR Heaven) voto: 65/100
Per Chi Ascolta: Ac/Dc, Rose Tattoo, Angel City, Krokus
Sesto album per gli svizzeri Sideburn che vedono fra le loro fila tre nuovi membri (Lawrence Lina e Mike Riffart alle chitarre, l'australiano Nick Thornton al basso), ma ben poche differenze stilistiche rispetto alle precedenti prove discografiche, un semplice e diretto hard rock con tante influenze blues che non può che rimandare a Ac/Dc, Krokus, Angel City e Rose Tattoo.
Il quintetto non difetta in grinta, voglia di suonare, giusta dose di volgarità e ruvidezza per non sembrare innocenti scolaretti appena usciti dal seminario, garantendo divertimento e carica di energia per affrontare con piglio più deciso le difficoltà giornaliere.
Il songwriting è, però, sin troppo derivativo e, almeno a mio personalissimo parere, difetta di quella brillantezza che segna la differenza fra un brillante artigiano ed un onesto e volitivo lavorante (pari dignità ad entrambi, sia chiaro).
Per Chi Ascolta: Ac/Dc, Rose Tattoo, Angel City, Krokus
Sesto album per gli svizzeri Sideburn che vedono fra le loro fila tre nuovi membri (Lawrence Lina e Mike Riffart alle chitarre, l'australiano Nick Thornton al basso), ma ben poche differenze stilistiche rispetto alle precedenti prove discografiche, un semplice e diretto hard rock con tante influenze blues che non può che rimandare a Ac/Dc, Krokus, Angel City e Rose Tattoo.
Il quintetto non difetta in grinta, voglia di suonare, giusta dose di volgarità e ruvidezza per non sembrare innocenti scolaretti appena usciti dal seminario, garantendo divertimento e carica di energia per affrontare con piglio più deciso le difficoltà giornaliere.
Il songwriting è, però, sin troppo derivativo e, almeno a mio personalissimo parere, difetta di quella brillantezza che segna la differenza fra un brillante artigiano ed un onesto e volitivo lavorante (pari dignità ad entrambi, sia chiaro).
martedì 22 ottobre 2013
IMPERA - Pieces Of Eden (2013)
Per Chi Ascolta: Hard Rock Melodico
Ad un anno esatto dal buonissimo debut
album "Legacy Of Life" tornano sul mercato Matt Alfonzetti
(vc - Jagged Edge, Scott Gorham, Skintrade, Road To Ruin, etc), Tommy
Denander (ch - Paul Stanley, Radioactive, etc), J.K. Impera (bt -
Bruce Kulick, Graham Bonnet, Vinnie Vincent, Bruce Corabi, etc) e
Mats Vassfjord (bs - Scaar, Grand Design, etc) per tentare di
confermare gli ottimi risultati già conseguiti, purtroppo questa
volta non tutto sembra però andare nella direzione da loro sperata.
Non posso certo discutere sulle capacità tecniche/esecutive dei
musicisti, tutti anche in questo caso in smagliante forma e
profondamente coinvolti nelle dieci canzoni date in pasto al mondo.
Restano dubbi sulla qualità del songwriting che in "POE"
denota un lieve quanto sensibile calo, ma tenente presente che le
aspettative sono alte e quanto capitato agli Impera sarebbe tanta
manna positiva per un buon numero di bands e artisti che affollano
gli scaffali dei negozi di dischi. Probabilmente la mia impressione è
dettata dalla mancanza di una direzione precisa seguita dalla band
che apre il disco con l'aggressiva "Beast Within", hard
rock con un tocco moderno e un buon refrain, e la più cadenzata
"These Chains" (sorta di Lynch Mob), per cambiare registro
e puntare decisi ai Whitesnake con la semi-ballad "All Alone"
dove potenza e raffinatezza raggiungono un buon compromesso.
lunedì 21 ottobre 2013
REDS'COOL - Bad Story (2013)
Per Chi Ascolta: Hard Rock anni
ottanta, Whitesnake, Mr Big, Winger
Quintetto proveniente dalla città
russa di San Pietroburgo, i Reds'Cool si sono formati nel 2011 ed
hanno al loro attivo già un album ("Attraction")
pubblicato nello stesso anno. Nel corso di questi anni hanno aperto
concerti per Glenn Huges, Royal Hunt, UDO, Gotthard, Joe Lynn Turner,
Whitesnake, W.A.S.P, Alcatrazz, Gorky Park, Doro Pesch, Kingdom Come,
Lordi, Grave Digger e Lake of Tears, facendo da supporto agli UFO lo
scorso giugno ed hanno girato l'Europa con Saxon e Black Star Riders.
MICHAEL DES BARRES - Somebody Up There Likes Me (1986-2013)
Per Chi Ascolta: Classic Rock, Humble
Pie, Free, The Faces, The Rolling Stones, Eddie Mone
y
L'inglese Michael Des Barres ha
iniziato la sua avventura nel mondo dello spettacolo sin da bambino,
quando negli anni sessanta aveva recitato in teatro e in tv per poi
diventare il front-man dei glam-rockers Silverhead dal 1972 (anno di
fondazione) al 1974 (anno di scioglimento), entrare quindi a far
parte dei Dectective (hard rock act che pubblicò due album in studio
ed uno live per la Swan Song dei Led Zeppelin, riprendendo in parte
lo stile di Page e soci). Lo si ritrova poi nel 1980 in veste
solista, quindi quattro anni dopo incide un album coi Chequered Past
e poi sostituisce Robert Palmer nei Power Station apparendo con
questi al Live Aid. Nel 1986 registra il presente cd prima di una
lunghissima pausa solista interrotta lo scorso anno da "Carnaby
Street" a nome The Michael Des Barres Band.
mercoledì 16 ottobre 2013
LEGION - V (2013)
LEGION "V" (Z Records) voto: 80/100
Per Chi Ascolta: Dokken, Winger, Class Metal Americano anni ottanta
L'infaticabile Phil Vincent (della cui creatura Panik vi parlerò entro pochi giorni) è di recente uscito col quinto album degli anglo-americani Legion ai quali presta la propria voce, mentre il resto della band è formata da Vince O’Regan (ch - Bob Catley), Gav Cooper (bs - Paul Di Anno's Battlezone e PDiAnno's Killers), Steve Hopgood (bt - Battlezone/Killers, Tank) e Irv Parratt (tast - Bob Catley).
Le undici canzoni presentate si collocano nel solco dell'heavy rock melodico di matrice americana (anche se O'Regan è inglese) e la scaletta si apre con le spumeggianti "Gotta Pay The Price" e "Satisfy Me", puri class metal anthems che avrebbero ben figurato nel repertorio di Heaven's Edge o primi Lynch Mob, dotati di chitarre sfavillanti, ritmiche sostenute e precise, oltre all'ugola di Phil che giganteggia in questi frangenti. Gli hard rockers "Who Can You Trust" e "Hangin' By A Thread", oltre alla più lenta "Every Beat Of My Heart" posta nel mezzo, emanano echi della tipica drammaticità dei Dokken di "Back For The Attack", buoni brani rocciosi e dalle melodie accattivanti unite ad potenti interventi strumentali che avrebbero attirato le esclamazioni di giubilo da parte di critica e fans nei mitici '80s, ma che anche adesso suonano attuali e freschi.
Per Chi Ascolta: Dokken, Winger, Class Metal Americano anni ottanta
L'infaticabile Phil Vincent (della cui creatura Panik vi parlerò entro pochi giorni) è di recente uscito col quinto album degli anglo-americani Legion ai quali presta la propria voce, mentre il resto della band è formata da Vince O’Regan (ch - Bob Catley), Gav Cooper (bs - Paul Di Anno's Battlezone e PDiAnno's Killers), Steve Hopgood (bt - Battlezone/Killers, Tank) e Irv Parratt (tast - Bob Catley).
Le undici canzoni presentate si collocano nel solco dell'heavy rock melodico di matrice americana (anche se O'Regan è inglese) e la scaletta si apre con le spumeggianti "Gotta Pay The Price" e "Satisfy Me", puri class metal anthems che avrebbero ben figurato nel repertorio di Heaven's Edge o primi Lynch Mob, dotati di chitarre sfavillanti, ritmiche sostenute e precise, oltre all'ugola di Phil che giganteggia in questi frangenti. Gli hard rockers "Who Can You Trust" e "Hangin' By A Thread", oltre alla più lenta "Every Beat Of My Heart" posta nel mezzo, emanano echi della tipica drammaticità dei Dokken di "Back For The Attack", buoni brani rocciosi e dalle melodie accattivanti unite ad potenti interventi strumentali che avrebbero attirato le esclamazioni di giubilo da parte di critica e fans nei mitici '80s, ma che anche adesso suonano attuali e freschi.
lunedì 14 ottobre 2013
JESSE DAMON - Temptation In The Garden Of Eve (2013)
Per Chi Ascolta: Kiss, Y&T, White
Sister, Winger
Spero che il nome di Jesse Damon
risulti noto almeno ai più di voi, avendo egli fatto parte dei
Silent Rage (buona band di class metal melodico giunta sulla grande
scena al momento sbagliato) ed avendo già pubblicato quattro lavori
solisti.
Aiutato da Paul Sabu (basso e
produzione), Eric Ragno (tast - Takara, Fergie Frederiksen) e Pete
Newdeck (bt - Eden's Curse), Jesse si esibisce in undici brani di
solido e ben costruito hard rock melodico che ha l'ultimo scorcio
degli '80s ben in mente, il tutto senza risultare inutilmente fuori
tempo o eccessivamente nostalgico.
martedì 8 ottobre 2013
SPARKLANDS - Tomocyclus (2013)
SPARKLANDS "Tomocyclus" (Avenue Of Allies) voto: 70/100
Per Chi Ascolta: AOR americano raffinato
Da sempre amanti della musica e cresciuti con le musiche di Bad English, Richard Marx, Giant, Toto e Foreigner, i fratelli olandesi Thomas (vc) e Robert (ch, tast) mantengono i legami di sangue anche nell'esordio firmato Sparklands, patrocinati dall'attenta Avenue Of Allies, affiancati da Rolf Perdok (ch), Rob Vermeulen (bs) e Colin Lee Vermeulen (bt).
In realtà i due non sono dei novellini, avendo fatto parte dei Beam, del team di Ralph Van Mannen per l'album "Face To Face", e altri progetti minori ancora.
Il loro pulito ed elegante AOR ha le sue radici nel periodo '87-'91 e tutti i brani sono impregnati dell'energia melodica e romantica che scorreva nelle vene compositive degli autori di quegli anni, come subito dichiarato con la frizzante opener "The Game" che esce vigorosa e spumeggiante dagli speakers, facendo trascorrere una manciata di minuti in allegra e positiva compagnia. Le premesse vengono mantenute intatte nella successiva "Skyline" e nella Toto-sounding "Joanne", entrambe registrate con grande cura degli arrangiamenti e dei suoni, anche se il lato compositivo è troppo derivativo. "Oasis" offre un buon rock energico e svelto, "Shattered Dream" omaggia i lenti acustici di Richard Marx e dei REO Speedwagon, l'elegante "Afterlife" suona come i Bridge 2 Far in tono minore, "State Of Mind" e "The Feeling Is Gone" sono due discreti fillers.
Per Chi Ascolta: AOR americano raffinato
Da sempre amanti della musica e cresciuti con le musiche di Bad English, Richard Marx, Giant, Toto e Foreigner, i fratelli olandesi Thomas (vc) e Robert (ch, tast) mantengono i legami di sangue anche nell'esordio firmato Sparklands, patrocinati dall'attenta Avenue Of Allies, affiancati da Rolf Perdok (ch), Rob Vermeulen (bs) e Colin Lee Vermeulen (bt).
In realtà i due non sono dei novellini, avendo fatto parte dei Beam, del team di Ralph Van Mannen per l'album "Face To Face", e altri progetti minori ancora.
Il loro pulito ed elegante AOR ha le sue radici nel periodo '87-'91 e tutti i brani sono impregnati dell'energia melodica e romantica che scorreva nelle vene compositive degli autori di quegli anni, come subito dichiarato con la frizzante opener "The Game" che esce vigorosa e spumeggiante dagli speakers, facendo trascorrere una manciata di minuti in allegra e positiva compagnia. Le premesse vengono mantenute intatte nella successiva "Skyline" e nella Toto-sounding "Joanne", entrambe registrate con grande cura degli arrangiamenti e dei suoni, anche se il lato compositivo è troppo derivativo. "Oasis" offre un buon rock energico e svelto, "Shattered Dream" omaggia i lenti acustici di Richard Marx e dei REO Speedwagon, l'elegante "Afterlife" suona come i Bridge 2 Far in tono minore, "State Of Mind" e "The Feeling Is Gone" sono due discreti fillers.
COLDSPELL - Frozen Paradise (2013)
Per Chi Ascolta: Dokken, Whitesnake,
Lynch Mob, Rainbow, Jorn
Terzo album per gli svedesi ColdSpell
che mostrano sensibili miglioramenti ad ogni nuova uscita e questo
"Frozen Paradise" non tradisce le aspettative col suo
solido heavy rock melodico esaltato da una produzione affilata e
potente affidata alle esperte mani ed orecchie di Tommy Hansen.
Le undici canzoni sono ben costruite
intorno ai dettami del class metal fine anni ottanta che vede(va) in
Dokken, Whitesnake, Queensryche (periodo "Empire") e Lynch
Mob i più noti e fortunati interpreti, ed infatti non faticherete a
riconoscere atmosfere e soluzioni familiari a chi ha vissuto appieno
quel periodo storico, ma il discorso vale anche per i più giovani
che si sono cimentati nel recupero dei classici del periodo.
L'inizio affidato a "Paradise"
e "Angel Of The World" è semplicemente fantastico, con la
chitarra di Michael Larsson e le tastiere di Matti Eklund a
interagire e alternare frasi più potenti ad altre più 'lievi',
permettendo così al dotato cantante Niclas Swedentorp di modulare la
propria voce e dare il giusto risalto ai passaggi strumentali per
esplodere in refrain orecchiabili ed accattivanti.
Mi stupisce l'inserimento del tempo
medio "Life Has Just Begun" (fra Dio e Jorn) che smorza il
climax con quel tocco di epicità posto troppo in anticipo, così
come la appena più veloce "Goin All The Way" non dovrebbe
essere posta subito dopo, ma si sto parlando non dell'intrinseca
qualità delle composizioni, comunque sempre su livelli più che
buoni.
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