LEGION "V" (Z Records) voto: 80/100
Per Chi Ascolta: Dokken, Winger, Class Metal Americano anni ottanta
L'infaticabile Phil Vincent (della cui creatura Panik vi parlerò entro pochi giorni) è di recente uscito col quinto album degli anglo-americani Legion ai quali presta la propria voce, mentre il resto della band è formata da Vince O’Regan (ch - Bob Catley), Gav Cooper (bs - Paul Di Anno's Battlezone e PDiAnno's Killers), Steve Hopgood (bt - Battlezone/Killers, Tank) e Irv Parratt (tast - Bob Catley).
Le undici canzoni presentate si collocano nel solco dell'heavy rock melodico di matrice americana (anche se O'Regan è inglese) e la scaletta si apre con le spumeggianti "Gotta Pay The Price" e "Satisfy Me", puri class metal anthems che avrebbero ben figurato nel repertorio di Heaven's Edge o primi Lynch Mob, dotati di chitarre sfavillanti, ritmiche sostenute e precise, oltre all'ugola di Phil che giganteggia in questi frangenti. Gli hard rockers "Who Can You Trust" e "Hangin' By A Thread", oltre alla più lenta "Every Beat Of My Heart" posta nel mezzo, emanano echi della tipica drammaticità dei Dokken di "Back For The Attack", buoni brani rocciosi e dalle melodie accattivanti unite ad potenti interventi strumentali che avrebbero attirato le esclamazioni di giubilo da parte di critica e fans nei mitici '80s, ma che anche adesso suonano attuali e freschi.
"Take You Away" rallenta il ritmo dimostrandosi una pregevole heavy ballad che permette a Vincent di esibire il proprio talento espressivo, e le posso solo rimproverare di essere un pò troppo lunga, ma tutto sommato non mi debbo lamentare. Si torna a rockare con la banaluccia e deboluccia "Living In The Shadows", seguita da una "Not Fooling Anyone" che denuncia un leggero miglioramento qualitativo, progresso che recupera i livelli iniziali con "House Of Cards", class rock che abbandona in parte gli insegnamenti Dokkeniani (non nel refrain, comunque). La cadenzata ed esplosiva negli arrangiamenti "Lose Yourself" ricorda inevitabilmente "Kashmir" del Led Zeppelin nella combinazione chitarra/tastiera della strofa, ma il resto si aggancia all'hard rock melodico americano e vocalmente mi sento di fare accostamenti coi Winger. E tipicamente americana nel songwriting è la sbarazzina "Brand New Day", uptempo divertente e dinamico che chiude in bellezza un buonissimo disco molto ben prodotto e mixato dallo stesso O'Regan che sfodera in tutte le canzoni dei trascinanti assoli veloci e di gusto.
http://www.philvincentbands.com
http://www.z-records.com/
ABe
Massima Allerta: i due brani iniziali, la carica energetica della band
Pelo Nell'Uovo: un certo calo qualitativo verso la metà del cd, ma niente di drammatico
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