Per Chi Ascolta: Kiss, Y&T, White
Sister, Winger
Spero che il nome di Jesse Damon
risulti noto almeno ai più di voi, avendo egli fatto parte dei
Silent Rage (buona band di class metal melodico giunta sulla grande
scena al momento sbagliato) ed avendo già pubblicato quattro lavori
solisti.
Aiutato da Paul Sabu (basso e
produzione), Eric Ragno (tast - Takara, Fergie Frederiksen) e Pete
Newdeck (bt - Eden's Curse), Jesse si esibisce in undici brani di
solido e ben costruito hard rock melodico che ha l'ultimo scorcio
degli '80s ben in mente, il tutto senza risultare inutilmente fuori
tempo o eccessivamente nostalgico.
Lo start affidato a "Garden Of
Eve" è un buon modo per salutare gli acquirenti che si
ritroveranno catapultati nella Los Angeles degli anni 1987-89 quando
questo sound dominava nelle classifiche, alle radio e nei giornali,
il tutto condito da riffs ruffiani ed accattivanti senza comunque
scrivere chissà quali originali architetture sonore. "Black
Widow" è un altro tempo medio che presenta suona come un
copia/incolla di "Rock 'n' Roll Children" (Dio) nella
strofa e di "Shot In The Dark" (Ozzy) nel pre-ritornello,
mentre il refrain è tratto dal songbook dei Winger; buono comunque
il lavoro di Ragno alle tastiere e tutto sommato godibile il
risultato se chiudiamo le orecchie a quanto sopra appena descritto.
"Save The World" punta la
barra verso la power-ballad con risultati accettabili, mentre l'arena
rock "I Need You Forever" richiama una stanca versione di
Y&T ed Autograph, così saluto con un certo sollievo l'incalzante
ritmo di "Save Me" sorretta dal buon drumming di Newdeck,
nella quale Damon e Ragno si aiutano a vicenda nel tessere strutture
strumentali di un qual pregio.
La semi-ballad "A Chance For Us"
avrebbe strappato diversi passaggi radiofonici sul finire degli anni
ottanta e li avrebbe meritati per le piacevoli (quanto scontate)
melodie esibite; "Let It Rock" riporta alla mente una
versione meno raffinata di Def Leppard e Bon Jovi; "Angel In The
Starlight" pesca dalla tradizione americana AOR e le belle
tastiere di Ragno offrono un ammaliante sottofondo al cantato di
Jesse che riscatta alcune cadute precedenti. "Hold On" e
"Little Angel" vorrebbero seguire il solco pomposo e
melodico dei White Sister, riuscendovi solo in parte per la loro
sostanziale banalità e mediocrità. La conclusiva "Wishing
Well", sarà anche per le tante chitarre acustiche e tastiere, è
un piacevole commiato che odora molto di Bon Jovi.
Questo cd ha dalla sua parte la bravura
dei strumentisti (ogni brano possiede un qualcosa che dà piacere di
ascolto) ed alcune canzoni che si elevano al di sopra della
mediocrità che purtroppo ammanta la gran parte dei brani. Chi
comprerà questo lavoro troverà di sicuro spunti di interesse, ma in
generale non si tratta di una delle migliori uscite di quest'anno.
Contatti:
ABe
Massima Allerta: Garden Of Eve e
Wishing Well, come il 'medley di brani altrui' Black Widow
Pelo Nell'Uovo: troppe composizioni
mediocri
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