Per Chi Ascolta: Leslie West, Mountain,
Hard Rock, Blues
Quanti di voi erano già nati quando
Leslie West nel 1969 partecipava coi Mountain al festival di
Woodstock? Oggi, a 68 anni e dopo una carriera con band e da solo,
dopo aver subito l'amputazione d'urgenza della gamba destra causa
diabete, Leslie urla al mondo di non aver ancora voglia di ritirarsi
dalle scene e ci delizia con dodici canzoni marchiate a fuoco dalla
sua chitarra e dal suo ruvido ed indomito timbro vocale.
"Dyin' Since The Day I Was Born"
è una partenza bruciante con un testo cinico quanto impossibile da
contraddire, e West lascia che la sua chitarra erutti un massiccio
hard rock blues che trascina come una mandria di bufali, lasciando
spazio all'ospite Mark Tremonti (ch - Alter Bridge), seguendo un
modello già utilizzato per il precedente "Unusual Suspects"
pubblicato pochi giorni prima l'intervento chirurgico. "Busted,
Disgusted Or Dead" è un torrido blues sul quale possiamo udire
anche la chitarra di Johnny Winter per una collaborazione
entusiasmante e bollente.
"Fade Into You" è la cover
di un brano folk che Leslie sentì per prima volta nella serie
"Nashville" e che qui la ripropone in versione power-ballad
ammantata di una suggestiva sezione archi e della sua magnifica
interpretazione vocale, proseguendo con "Not Over You At All",
hard blues grezzo e vivacizzato da uno speziato sax nel bridge.
"Tales Of Woe" è un lento
guidato dalla chitarra acustica e dalla voce di Leslie che fa
apparire l'elettrica unicamente nei brucianti assoli, brano che mi ha
riportato alla mente "Soldier Of Fortune" dei Deep Purple,
ma dopo tanta quiete ecco irrompere "Feeling Good" nella
quale Leslie duetta alla voce con Dee Snider (Twisted Sister), mid
tempo esuberante che suona come una versione cattiva degli Atlanta
Rhythm Section, con tanto di piano ed organo ad aggiungere brio.
La chitarra e la voce di Johnny Lang
vengono ospitate in "When A Man Loves A Woman", classico
brano di Percy Sledge che conosce l'ennesima emozionante
rivisitazione, ed un altro omaggio al passato viene fatta con "Long
Red" che Leslie registrò la prima volta nel 1969 sull'omonimo
album dei Mountain e che, in questo quasi mezzo secolo di vita, ha
conosciuto varie nuove vite, fra cui quella data dai Mott The Hoople
e da Jay-Z, Common, e Kanye West. Oggi West reclama la paternità con
lo stesso arrangiamento di base dell'originale, ma iniettandovi nuova
linfa energetica. Lo spumeggiante hard blues "Don't Ever Let Me
Go" vede la partecipazione del chitarrista Dylan Rose ed è
l'ultima fiammata del disco, in quanto "Rev Jones Time" è
un breve strumentale che omaggia "Somewhere Over The Rainbow",
un saluto insolito e, francamente, anche piuttosto inutile in quanto
nulla aggiunge ad un album potente, con un suono che spacca ed una
classe cristallina. Ovviamente non si può pretendere qualcosa di
assolutamente innovativo o originale, ciononostante "Still
Climbing" perpetua la vitalità di un artista che non si arrende
all'età e alle malattie... once a rocker, always a rocker.
Grazie Leslie, alla prossima occasione!
ABe
Massima Allerta: più facile passare
alla voce sotto
Pelo Nell'Uovo: Rev Jones Time è
l'unico momento trascurabile del disco
Nessun commento:
Posta un commento