Per chi ascolta: AOR/Hard Rock Melodico
di alta qualità
Torna a farsi ascoltare il nostrano
rocker Bruno Kraler, più noto come Brunorock ed autore di alcuni
interessanti dischi a suo nome, coi Laneslide, nuovo progetto a
respiro internazionale che vede coinvolti Frank Vestry (vc-
Marcello/Vestry, Last Temptation), John Billings (bs - Rick
Springfield, Donna Summer, Lancia), Alessandro Del Vecchio (tast-
Hardline, Lionville, Edge Of Forever, UT New Trolls) e Dominik
Hülshorst (bt - Bonfire), oltre ad ospiti del calibro di Bobby
Altvater (Affair, Lovetrick) in veste di co-autore e special
guitarist, Erik Mårtensson (Eclipse/ W.E.T.) e Michael Bormann
(Redrum, Jaded Heart) ai cori.
L'hard rock melodico/AOR che esce da
una simile riunione di talenti è di primo livello, un sublime
concentrato di potenza e melodia condito da una bella produzione,
eccellenti esecuzioni, ottime composizioni ed una copertina
all'altezza: grandi melodie sono seguite da grandi ritornelli,
tastiere scintillanti e scattanti assoli di chitarra.
La titletrack che apre il cd annuncia
senza esitazioni le intenzioni di Kraler e Del Vecchio, riproporre il
meglio che gli anni ottanta hanno offerto in tema di hard rock
melodico e pomposo, dove tutto era grande e così fanno oggi, con
particolare menzione a Vestry che sfodera una prestazione maiuscola
supportata da una poderosa sezione strumentale e da un assolo di
chitarra ad opera di Lino Gonzalez. La galleria delle emozioni offre
riverberi di Prophet (quelli dell'immenso
"Cycle Of The Moon") ed House
Of Lords e scusate se è poco.
La successiva "Hangin' Out Here"
rallenta un pò il tempo, ma non si risparmia in quanto ad energia e
melodia e scomodare il paragone cogli Unruly Child non è
dissacrazione, un brano intenso e coinvolgente e di valore. Un
guizzante riff di Del Vecchio colora l'introduzione della vigorosa
"You Can Make It", AOR ad alta vocazione radiofonica
nonostante il tempo brillante che la contraddistingue, mentre "River
Of Love" ci riporta come stile compositivo nei 70s (leggi Led
Zeppelin, Uriah Heep, Traffic: blues e hard rock con frammenti di
soul), mentre l'esecuzione è tipicamente anni ottanta (circa House
Of Lords, Lynch Mob e un pizzico di Whitesnake) ed il suono è quello
odierno, insomma, un'orgia di ingredienti di prima qualità resi
senza cadute nostalgiche o plagiatrici.
"Dancing Girl" mi è
sembrata, al confronto con quanto sinora ascoltato, leggermente
inferiore a dispetto di un refrain anthemico e di una grande energia,
svolgendo perfettamente la funzione di 'filler' comunque di qualità,
analogamente alla semi-ballad "Understand" che denuncia una
risalità qualitativa netta e consente di ascoltare un Vestry ancora
una volta decisivo nell'impreziosire la bontà del songwriting.
"Self Control", famoso hit
composto dal duo Bigazzi-Raf e interpretato con successo dallo stesso
Raf e da Laura Branigan, perde parte dell'originale innocenza
pop-disco a favore di un più marcato carattere rock ed il risultato
in questo caso è piacevole e divertente. Si torna a rockare con la
svelta "Look The Other Way", che sfodera un importante
refrain ed un gran bell'assolo di chitarra ancora di Lino Gonzalez, e
"Your Fight", epico ed intenso rocker come il titolo
suggerisce dove Del
Vecchio duella con Gonzalez nella
porzione solista.
Le ultime note sono affidate allo
struggente lento "Washed Away", toccante momento per sole
voce e tastiere.
Ancora una volta la Avenue Of Allies e
gli italiani escono vincitori con un album maiuscolo, caldo,
coinvolgente ed emozionante, candidato sin d'ora al podio per
migliore uscita in ambito AOR/Melodic Hard Rock di questo 2013. Non
fatevelo sfuggire!
ABe
Momenti d'estasi: tutte le canzoni con
un solo (continua sotto)
Pelo nell'uovo: Dancing Girl, ma vi
sono interi albums che ammazzerebbero per essere almeno al suo
livello
Nessun commento:
Posta un commento