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martedì 17 dicembre 2013

KILLER BEE - Evolutionary Children (2013)

KILLER BEE "Evolutionary Children" (Target Distribution) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock

I Killer Bee non sono dei novellini, essendosi formati nel 1990 ed avendo pubblicato tre albums e cinque singoli prima di sciogliersi nel 1997. Nel 2011 sono tornati in vita col solo cantante Brian Frank a reggere il testimone della primissima line-up, mentre Morgan Evans (bt) e Anders Rönnblom (bs) sono nella band dall'album "World Order Revolution" del 1997; Jimmy DeLisi (ch) e Denny DeMarchi (tast, ch) completano i ranghi sin dal disco di rientro "From Hell And Back" (2012).
Sono sincero ed è il mio primo approccio con la band canadese/svedese/americana e non ne esco assolutamente dispiaciuto, anche se va subito chiarito che il loro hard rock viscerale non apporta alcuna novità stilistica.
L'opener "Children Of The Evolution" è piuttosto insolita, trattandosi di un potente e cadenzato slow tempo dalla maestosa enfasi epica sottolineata dal cupo e massiccio suono delle chitarre e da un Hammond drammatico e classicheggiante su cui Frank sfodera un cantato virile ed enfatico, un buonissimo inizio che può fuorviare in quanto le altre canzoni non seguono questo standard sonoro. Infatti, a partire da "A Little Too Old" i Killer Bee tornano su sentieri che, stando a quanto ho letto, appartengono maggiormente al loro passato, ovvero un hard rock scintillante e melodico che ammicca al glam metal anni ottanta. La citata "A Little Too Old" ne è manifesto insieme alla scatenata "Ride On", mentre le dinamiche e veloci "I'm On Fire" e "Scream It" sono manifestazioni di potenza heavy rock a briglia sciolta.

lunedì 9 dicembre 2013

AOR - The Secrets Of LA (2013)

AOR "The Secrets Of LA" (AOR Heaven) voto: 65/100

Per Chi Ascolta: AOR duro ed energico

"The Secrets Of LA" è il dodicesimo capitolo (compilation esclusa) e vede, come al solito, un nutrito stuolo di ospiti che aiutano Slama nel realizzare le proprie idee musicali espresse attraverso dieci brani. Fra i nomi coinvolti si possono citare Tommy Denander (Radioactive, Paul Stanley, Alice Cooper), Fergie Frederiksen (Toto), Jeff Scott Soto (Talisman), Bill Champlin (Chicago), Jim Jidhed & Ken Sandin (Alien), Mikael Erlandsson (Last Autumn's Dream), Bob Harris (Axe), Göran Edman (Yngwie Malmsteen), Robin Beck, Tamara Champlin, Dane Donohue e Alessandro Del Vecchio (Lionville, Hardline).
Ammetto che le ultimissime uscite degli AOR non mi avevano entusiasmato più di tanto, avendole trovate poco ispirate, e sebbene il songwiting continui ad essere derivativo al 100%, in questo disco colgo alcuni brani davvero intriganti e coinvolgenti, cui, purtroppo, ne seguono altri di livello nettamente inferiore. Da notare che 4 brani sono già apparsi sull'album "Jade Hearts" delle Chasing Violets, qui ripresi con altri cantanti.

mercoledì 4 dicembre 2013

DOGFACE - Back On The Streets (2013)

DOGFACE "Back On The Streets" (AOR Heaven) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock Europeo

Ricordo quando nell'anno 2000 recensii l'esordio "Unleashed" degli svedesi Dogface, creatura di Mats Leven (vc - Malmsteen, Lion's Share, Swedish Erotica, Treat, The Poodles, Candlemass, etc) e Martin Kronlund (ch - Love Under Cover, Gypsy Rose, Overland, White Wolf, etc) che rilasciò undici brani tosti tosti, facendo uscire due anni dopo "In Control", un buon seguito anche se non all'altezza del predecessore.
Undici anni dopo il duo si ritrova e fa uscire "BOTS", sempre all'insegna di un solido e tradizionale hard rock europeo, ben suonato ed orchestrato, con i potenti soffi dell'Hammond suonato da Dan Helgesson che riempiono ed irrobustiscono le canzoni sulle quali Leven si muove da consumato performer e mostra un'ugola sempre graffiante ed espressiva.

BLOODGOOD - Dangerously Close (2013)

BLOODGOOD "Dangerously Close" (Doolittle Group) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: White Metal, Hard Rock melodico americano

Negli anni ottanta i Bloodgood erano inseriti fra i più noti esponenti del Christian Metal al fianco di Stryper, Petra e Whitecross, col debut album del 1986 acclamato come una delle migliori release in questo campo grazie ad un cantante dalla voce ruvida e potente (Les Carlson), un bassista che si occupava dei testi (Michael Bloodgood), un chitarrista che esplorava sonorità che all'epoca forse solo i Queensryche osavano proporre (David Zaffiro), un batterista che teneva il passo di canzoni in bilico fra NWoBHM al limite dello speed metal (J.T. Taylor). I passi successivi ("Detonation" del 1987 e "Out Of The Darkness" del 1989) vedeva l'innesto di Mark Welling al posto di Taylor ed il risultato complessivo era ancor migliore consolidando la fama della band. L'abbandono di Zaffiro comportò anche un cambio di direzione musicale che venne concretizzato con "All Stand Together" del 1991 che vedeva Paul Jackson (Dakota, Pages, Think Out Loud) alla chitarra e David Huff (Giant, White Heart, John Schlitt, etc) alla batteria oltre all'innesto del tastierista Tim Heintz. L'album proponeva un melodic hard rock che spiazzò diversi fans e fu l'ultimo lavoro in studio sino al presente "Dangerously Close" arrivato (per me) a sorpresa.

martedì 3 dicembre 2013

IAN JAMES STEWART - Junk DNA (2013)

IAN JAMES STEWART "Junk DNA" (Dangerous Dog) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Soft Rock, Jazz, Pop

Il nome di Ian James Stewart non risulterà sconosciuto a diversi di voi, essendo stato parte importante degli scozzesi Strangeways ai quali fornì il proprio apporto come chitarrista.
Ammetto di averlo perso di vista per un pò ed oggi me lo ritrovo con questo album solista che mi ha spiazzato in quanto ha ben poco da spartire col suo passato hard rock/AOR, anzi, le tredici canzoni spaziano in vari ambiti musicali, tutti trattati con una maturità pregevole.
L'atmosferica "Phosphorus", ad esempio, è dolce e delicata come sapevano essere i Dire Straits e lo Sting solista, eppure i suoi otto minuti e mezzo non pesano assolutamente e scorrono accarezzando le orecchie e il cuore.

KICK - Memoirs (2013)

KICK "Memoirs" (Escape Music) voto: 60/100

Per Chi Ascolta: Alice Cooper in chiave UK

Negli ultimi vent'anni circa, i Kick, nelle sue diverse incarnazioni, è sempre stata la creatura dei fratelli Mikey e Chris Jones: il primo ne è bassista/cantante e principale compositore, il secondo suona la chitarra e gestisce le parti vocali, oltre ad occuparsi della produzione.
Se la memoria non mi inganna, "Memoirs" dovrebbe essere il quinto album della band inglese, arrivato nove anni dopo "New Horizon" (2004) ed i seguenti tours con Thunder e Magnum che portarono la popolarità dei Kick ad un ottimo livello.
Sebbene il suono sia impregnato del tipico hard rock melodico britannico anni ottanta, non mancano frequenti e pesanti riferimenti all'Alice Cooper degli Eighties che vengono denunciate in particolare dalla seconda canzone, mentre nell'opener "Doesn't Take Much" queste influenze risultano più sfumate a favore di tante tastiere e cori. I primi trenta secondi della successiva "Thrill Seeking Junkie" spianano la strada all'hard rock teatrale che vede nel citato Cooper il principale protagonista. "Radio" pare un'outtake in tono minore dall'album "Poison", e la stessa sorte tocca alla più cattiva "Come Back" e ad altre canzoni del disco.

FATE - If Not For The Devil (2013)

FATE "If Not For The Devil" (Avenue Of Allies) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock, Pretty Maids, Europe, Fate

Con la stessa formazione di "Ghosts From The Past" del 2011, i danesi Fate tagliano il traguardo dell'ottavo album in studio a quasi trent'anni dalla loro nascita in seguito allo split dai Mercyful Fate, in seguito a diverbi fra King Diamond e il suo chitarrista Hank Sherman, ma oggi solo il bassista Pete Steiner è rimasto quale originario membro della band.
Nonostante non abbiano mai avuto un successo stratosferico, il nome dei Fate ha sempre avuto un suo richiamo fra i fans dell'hard rock melodico e le aspettative ad ogni loro uscita sono alte. Ebbene, "INFTD" è una raccolta di brani che non delude, anche se inevitabilmente lo stile e lo spirito sono ben diversi da quelli che animavano "A Matter Of Attitude" (1986) ad esempio, tanto che già da tempo si sono levate voci a chiedere con insistenza un cambio di nome, ma tant'è!
La partenza a razzo con "Reaping" ci mostra una band tonica e viva che non lesina sulla pesantezza delle chitarre e sul ritmo, con un hammond ad irrobustire il suono ed un Dagfin Joensen (dalle isole Faroer) a pilotare con fare sicuro le vocals, quindi ecco arrivare la più cadenzata ed ariosa titletrack che non risparmia comunque energie. Entrambi i brani evocano lontani echi dei Pretty Maids e ciò non è un male. I Fate si mettono ad e l'hair metal americano con "Bridges Are Burning", accattivante e potente come la scuola di fine anni ottanta richiedeva, ma con le vivaci e più orecchiabili "Feel Like Making Love" e "Gambler" si possono godere momenti dei primi Fate mescolati ai White Lion di Mike Tramp, guarda caso danese anche lui.

REVOLUTION ROAD - Revolution Road (2013)

REVOLUTION ROAD "Revolution Road" (Avenue Of Allies) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock Melodico di classe

La nascita del progetto Revolution Road si deve ad una conversazione fra Gregor Klee (boss della AOA) e Alessandro Del Vecchio circa alcuni dei loro cantanti favoriti che da un pò di tempo erano assenti dalle scene, ed ecco così spuntare il nome di Stefan Berggren (Snakes In Paradise, Company Of Snake) il quale, contattato dallo stesso Del Vecchio, si mostrò interessato al progetto che vede partecipi anche Paul Logue (bs - Eden's Curse, Lavalle), Franceso Jovino (UDO, Sapphire Eyes, Hardline, etc), Carmine Martone (ch - Charming Grace) e Francesco Marras (ch).
Fra le dieci canzoni del cd appaiono anche alcuni brani mai utilizzati dagli Snakes In Paradise, ma la maggior parte del repertorio è stato composto fra l'autunno 2011 e l'inverno 2012 con l'apporto dell'onnipresente Del Vecchio. La selezione finale del materiale, ad ogni modo, è stata fatta da Gregor in persona ed oggi siamo qua ad ascoltare un gran bel disco ottimamente prodotto da Alessandro Del Vecchio che conferisce ai brani calore e profondità, con un ottimo bilanciamento dei suoni.

ROADFEVER - Wolf Pack (2013)

ROADFEVER "Wolf Pack" (Avenue Of Allies) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Heavy Rock con venature Southern Rock, il tutto anni '80

Nati nel 2005 su iniziativa della cantante Stevie 'Manou' Pike (ex State Of Mind), gli svizzeri Roadfever negli anni hanno conquistato una loro reputazione suonando dal vivo anche aprendo per bands quali Blackfoot, Scorpions, Trust, Uli John Roth, Pretty Maids, Rhino Bucket, Eric Singer Project, Little Caesar ed altri. Ciò ha permesso al quartetto di pubblicare un primo album ("Wheels Of Fire") nel 2009 ed un dvd live "Live In Geneva" (2010), entrambi in forma indipendente, per approdare quindi al contratto con l'attiva Avenue Of Allies.
Se Stevie ha scritto i testi e le parti vocali, le musiche sono state stese dal chitarrista David Pariat (ex Sideburn) che si è occupato efficacemente anche della produzione (non potevano assumerlo anche i Boston invece di pubblicare il loro ultimo album accompagnato da un suono indegno della loro gloriosa storia? Ah già, dimenticavo che vi sono soloni infallibili... chiudo qua!), mentre la band è completata da Jessie Be (bs) e Pascal Bavaud (bt - State Of Mind, The Persuaders).

lunedì 2 dicembre 2013

SAXON - Unplugged And Strung Up (2013)

SAXON "Unplugged And Strung Up" (UDR / Warner) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Heavy Metal, Saxon

Tendenzialmente sono diffidente dinanzi a compilation/unplugged/etc, specie quando l'artista in questione ha già pubblicato alcune di queste opere nel corso della sua carriera, ma in questo caso ammetto l'errore di 'prevenzione' poichè Biff Byford (vc), Paul Quinn (ch), Nigel Glockler (bt), Nibbs Carter (bs) e Doug Scarratt (ch) hanno scelto quattordici brani della loro lunga carriera e li hanno ri-arrangiati, modificati e ri-registrati (anche con l'ausilio di un'orchestra) e data nuova vita, conferendo così al presente cd una sua buona ragione di esistenza autonoma e di acquisto anche per i fans che già possiedono i lavori dei Saxon.
La presenza di Andy Sneap (Megadeth, Accept, etc) nelle fasi di registrazione, mixaggio e masterizzazione garantisce un'eccellente resa sonora qualunque sia l'aspetto musicale toccato dalla band che, a dispetto del titolo, presenta solo quattro canzoni in chiave acustica, ovvero "Frozen Rainbow", "Iron Wheels" (catturata dal vivo), "Requiem" e "Coming Home".